Industria, con il caro prezzi crolla la produzione di cibo Made in Italy: frenata preoccupante

Il taglio della spesa fa crollare la produzione che si riduce del 4,5% con un impatto negativo sulla filiera industriale complessiva

Il taglio della spesa degli italiani fa crollare la produzione di cibo Made in Italy che si riduce del 4,5% con un impatto negativo sulla produzione industriale complessiva. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento ai dati Istat sulla produzione industriale a marzo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

“Una frenata preoccupante che è il risultato – sottolinea la Coldiretti – delle difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari mettono meno prodotti nel carrello ma è anche il segnale dei problemi della filiera produttiva alle prese con l’esplosione dei costi dell’energia e delle materie prime. Il caro prezzi ha ridotto del 4,7% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2023 che sono però costretti però a spendere comunque il 7,7% in più a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al l primo trimestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Una situazione che costringe gli italiani – sottolinea la Coldiretti – ad andare a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Il risultato è un impatto negativo sulla produzione industriale che non è stata compensata dall’andamento positivo delle esportazioni con il cibo made in Italy che continua a crescere all’estero dopo aver fatto registrare nel 2022 il record di sempre a quota 60,7 miliardi, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat che evidenzia peraltro un aumento del 15% nel primo bimestre del 2023. 

“Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali per assicurare una più equa distribuzione del valore per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’esigenza di “sostenere nel Piano nazionale di ripresa e resilienza l’agroalimentare dove abbiamo presentato tra l’altro progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti”.

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