La mancata attuazione dei lavori di messa a norma come invece garantito in diversi tavoli tecnici e lo smaltimento illeciti di fanghi e reflui all’interno dell’impianto: queste le motivazioni che hanno portato il Gip del tribunale di Cassino a sequestrare il depuratore aziendale della cartiera Reno De Medici di Villa Santa Lucia. In 40 pagine di ordinanza il giudice per le indagini preliminari, Alessandra Casinelli, ha ricostruito due anni di presunte irregolarità accertate dalle indagini dei carabinieri forestali del Nipaaf, agli ordini del tenente colonnello Vito Masi.
L’indagine, avviata nel 2022 dal sostituto procuratore Emanuele De Franco e poi presa in carico dalla collega Maria Beatrice Siravo, ha consentito di ricostruire che la proprietà della Reno De Medici non avrebbe attuato tutte quelle migliorie necessarie a far funzionare il depuratore aziendale. Anomalie e irregolarità vergate nella perizia del c.t.u. Mauro Kusturin (ingegnere ambientale nominato dalla Procura proprio per studiare la situazione). L’esperto ha accertato che i fanghi e i reflui, scarto della lavorazione, non venivano smaltiti come regola vuole, ma nuovamente reimmessi nel depuratore obsoleto. Eppure la perizia dell’ingegnere ambientale Kusturin era stata anche visionata e approvata dalla proprietà della Reno De Medici che aveva garantito l’attuazione di un crono programma per la messa in sicurezza e il rifacimento del depuratore.