Un episodio spregevole, che fa riflettere, verificatosi ai danni della titolare di una nota agenzia di viaggi e noleggio bus del comprensorio sorano ed, inevitabilmente, della sua famiglia. Il comportamento vile di un giovane, regolarmente assunto dall’agenzia, il quale ha clamorosamente tradito la fiducia della datrice di lavoro che, prima di essere la sua “principale”, era un’amica, una donna che aveva riposto tutta la fiducia nei confronti del dipendente, trattandolo come fosse un familiare e mai da subordinato.
Il giovane era stato assunto con un regolare contratto di apprendistato ad inizio anno, licenziato come previsto dall’art. 2119 del Codice Civile “per giusta causa” a fine luglio allorquando la titolare dell’agenzia aveva scoperto che, in maniera assolutamente becera, squallida, oltraggiosa, questo faceva uso del PC dell’azienda, sul quale aveva installato il proprio account WhatsApp Web, per intrattenersi durante l’orario di lavoro in chat private con amici e conoscenti nelle cui conversazioni il dipendente offendeva ripetutamente sia la titolare dell’agenzia che la famiglia: insulti gravi, vessazioni pesanti, umiliazioni ed affermazioni lesive sia per l’immagine dell’imprenditrice che dei suoi parenti stretti e della stessa attività. Non contento, il giovane dipendente era entrato anche in alcune cartelle contenenti documenti privati, con dati sensibili di persone terze.
Un rapporto di fiducia tradito nel peggiore dei modi: la titolare dell’agenzia aveva addirittura dato la chiave degli uffici al ragazzo. Sempre gentile con lui, sempre disponibile, si era dimostrata comprensiva ai suoi ritardi, ai suoi “cambi turno”, ai suoi imprevisti dell’ultimo minuto, senza mai contestargli nulla, piuttosto motivandolo e coinvolgendolo nell’attività affinché il ragazzo apprendesse con cura il modus operandi ed “affinasse” la sue competenze con approfondimenti utili alla crescita professionale dello stesso. Una delusione quando si è trovata dinanzi certe conversazioni, così gravemente offensive.
Contestualmente al licenziamento, la signora e la sua famiglia si sono affidate all’avvocato Massimiliano Giovanni Contucci: hanno sporto denuncia nei confronti dell’ex impiegato e di tutti i soggetti, previa identificazione, che hanno offeso la loro persona, chiedendone la punizione a norma di legge e riservandosi di costituirsi parte civile nel futuro procedimento penale. Una vicenda che inevitabilmente solleva tante riflessioni, tante considerazioni. Lo sfogo della titolare dell’agenzia, amareggiata e delusa: «Aveva un lavoro, pagato regolarmente e puntualmente, era trattato come un parente prossimo: ha sputato sopra a tutto, ferendo la mia sensibilità, quella di mia figlia, dell’intera famiglia, offendendo l’onorabilità della mia agenzia, costruita con tanti sacrifici. Non aveva nulla di cui lamentarsi, poteva solo gioire».