*Di Roberta Di Pucchio e Sara Pacitto* Isola del Liri – Emergono i primi dettagli sull’operazione condotta in città dalla Squadra Mobile della Questura di Frosinone guidata dal Dirigente Angelo Longo. Come anticipato nella mattinata dalla nostra Redazione, la Polizia di Stato è arrivata nell’abitazione di Massimo Zaccardelli, noto commercialista della città per dare esecuzione a due provvedimenti restrittivi della libertà personale, emessi dalla Procura della Repubblica di Cassino, per i reati di estorsione e usura in concorso, nei confronti dell’uomo e di suo figlio, anche lui commercialista.
Come è partita l’indagine
L’indagine, condotta dagli operatori della Squadra Mobile unitamente a personale del Commissariato di P.S. di Sora, è nata a seguito di denunce sporte da imprenditori ciociari, vittime dei reati perpetrati, secondo l’accusa, dagli indagati. In particolare il primo imprenditore a denunciare, un uomo attivo nel settore edile, era stato incaricato dai destinatari delle misure di eseguire dei lavori edili presso la loro abitazione. Per l’esecuzione dei lavori, l’impresario edile, essendo in difficoltà economiche, aveva chiesto ai suoi due committenti un’anticipazione sulla somma totale pattuita per i lavori da eseguire. Dopo poco, i due commercialisti avrebbero – sempre secondo l’accusa – cominciato a pretendere dall’imprenditore edile la restituzione di una somma pari a sette volte circa quella anticipata. Alla mancata consegna della cifra richiesta, i due professionisti avrebbero ingaggiato un noto pregiudicato di zona che, con azioni intimidatorie, era riuscito ad ottenere dall’imprenditore edile la somma totale di 1.500 euro, in tre distinte consegne.
Estorsione e usura: come operavano i commercialisti
Esasperato dalle circostanze, l’impresario si era rivolto alla Squadra Mobile di Frosinone che, unitamente al Commissariato di P.S. di Sora, aveva concordato con la vittima una consegna controllata di denaro grazie alla quale, il 28 novembre scorso era stato arrestato il pregiudicato 35enne nella flagranza del reato di estorsione. L’uomo era stato pertanto condotto presso la casa circondariale di Cassino il 2 dicembre.
Le successive attività tecniche, disposte dal P.M. della Procura di Cassino, Dr. Alfredo Mattei, titolare delle indagini, hanno consentito di cristallizzare il quadro indiziario nei confronti dei due commercialisti permettendo anche di individuare ulteriori presunte vittime del reato di usura. Tra questi amministratore e socio di una ditta attiva nella manutenzione industriale i quali, spinti da difficoltà economiche, avevano chiesto ad uno dei due commercialisti, peraltro revisore contabile della loro ditta, la somma di euro 5.000 euro. A distanza di due mesi, il commercialista aveva preteso dai due soci l’immediata restituzione di una somma pari al doppio della somma originaria. I due, non riuscendo al momento a coprire l’illecito debito, erano stati successivamente obbligati dal commercialista a pagare, per suo conto, della merce che lo stesso aveva acquistato presso una rivendita di materiali edili di zona. Questo sempre stando alle accuse mosse dagli investigatori a seguito dell’indagine.
Al termine delle formalità di rito ai due commercialisti, nella mattinata di oggi, sono stati notificati i provvedimenti restrittivi della libertà personale: Massimo Zaccardelli è finito agli arresti domiciliari, per il figlio invece è stato disposto l’obbligo di dimora dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cassino. Un caso che ha scosso non poco l’opinione pubblica in quanto i professionisti sono molto noti in città. Sarà la giustizia a stabilire la loro colpevolezza o meno.