Isola del Liri, la città-fabbrica ed i suoi monumenti tornano d’attualità al Liceo “Tasso” di Salerno

Un appuntamento dedicato alle cartiere e ai lanifici, che hanno reso la città un importante centro produttivo fin dal XIX secolo

Si parla di Isola del Liri al Liceo Torquato Tasso di Salerno – proprio oggi martedì 14 ottobre – grazie ad una relazione che sarà tenuta da Stefano Manlio Mancini, docente di Storia dell’arte dello stesso istituto superiore. L’approfondimento sui monumenti industriali dell’ex città-fabbrica di Isola del Liri sarà introdotto dai saluti della preside del Tasso, Ida Lenza. Prevista anche un’introduzione da parte di Alfonso Di Mauro, anch’egli docente di storia dell’arte. Mancini è architetto, iscritto all’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Frosinone ed è membro del Comitato Scientifico Redazionale di “Territori”, periodico dell’Ordine stesso. Già docente ordinario di Storia dell’arte nel Liceo Classico Statale “Torquato Tasso” di Salerno, ha insegnato in vari istituti d’istruzione secondaria superiore delle province di Nuoro, Frosinone e Salerno. Dal 2004 al 2012 ha prestato servizio, in posizione di comando, presso la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Salerno e Avellino.

Grazie ad una relazione dell’architetto Stefano Manlio Mancini

Autore di studi e saggi di storia dell’arte, di storia dell’architettura e, in particolare, sull’archeologia industriale nel Mezzogiorno d’Italia, è membro di varie associazioni culturali, fra cui l’Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte, l’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, la Società Napoletana di Storia Patria, la Fondazione Fedrigoni Fabriano e il Centro di Studi Sorani “Vincenzo Patriarca”. È, inoltre, Amic del Temple Expiatori de la Sagrada Família di Barcellona.

Nella sua relazione si soffermerà sulla cartiera Angelo Mancini (già Courrier). Sul complesso “Fibreno” con il palazzo Balsorano (prima residenza della famiglia Lefebvre), parlerà dell’edificio d’ingresso dell’antica cartiera, del fabbricato corrispondente all’antica chiesa del convento dei carmelitani di Santa Maria delle Forme. Affronterà il tema del mancato tentativo di recupero dell’ex sito industriale Lefebvre, da destinare a sede del “Museo della Civiltà della Carta e delle Telecomunicazioni”. Inoltre dell’ex convento di Santa Maria delle Forme – trasformato, nel 1812, in cartiera dal francese Carlo Antonio Beranger – e prima della costruzione della cappellina neogotica e del sottostante fabbricato, anticamente denominato “Soffondo”.

Il complesso ex Lefevbre che avrebbe dovuto ospitare un museo
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