“La criminalità nel Lazio”, il ruolo dei clan camorristici e come agisce la malavita in Ciociaria

Dal Rapporto una realtà in cui, accanto a un lieve calo dei reati, restano criticità legate al traffico di stupefacenti e alle estorsioni

È stato presentato ieri a Roma il nuovo Rapporto “La criminalità nel Lazio”, curato dall’Osservatorio per la sicurezza, la legalità e la lotta alla corruzione della Regione Lazio.

Ad illustrarlo il presidente dell’Osservatorio, generale Serafino Liberati, che ha evidenziato le principali novità dello studio che, negli anni precedenti, era focalizzato solo sulla penetrazione delle mafie nella regione e quest’anno, invece, ha aggiunto un’indagine innovativa, con analisi sia delle attività relative alla criminalità organizzata sia delle forme di criminalità più diffuse e presenti nella vita quotidiana della popolazione.

All’evento, presieduto dalla vicepresidente della Regione, Roberta Angelilli, e al quale ha partecipato la presidente della commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo, hanno preso parte, numerose autorità – i Prefetti delle Province, il facente funzioni di Procuratore capo di Latina, i rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine, i comandanti regionali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza – nonché esponenti del mondo accademico.

Il Rapporto

L’indagine prende in esame il biennio 2022-2023 con l’obiettivo di fornire una fotografia aggiornata dell’andamento della criminalità nella regione, distinguendo tra fenomeni di criminalità diffusa – furti, rapine, truffe, reati informatici – e dinamiche di criminalità organizzata, spesso collegate ai traffici di droga e alle estorsioni.

Lo scopo del Rapporto è duplice: offrire uno strumento operativo alle istituzioni per la pianificazione delle strategie di prevenzione e contrasto, e al tempo stesso sensibilizzare l’opinione pubblica sulla presenza e sull’evoluzione delle reti criminali, con particolare attenzione alle aree provinciali.

Il Rapporto, suddiviso in 6 capitoli, ha evidenziato come il Lazio sia un territorio a criminalità mista, dove convivono forme di criminalità predatoria e microcriminalità urbana, con complessi sistemi di penetrazione mafiosa, economia illegale, traffico e spaccio di stupefacenti. Dal documento, sono emerse frequenti collusioni tra criminalità organizzata e comune, nuove forme di devianza giovanile ed una sorta di radicamento sociale della criminalità organizzata in alcune periferie.

Nel rapporto, inoltre, è stato inserito un capitolo inedito che riporta le attività di contrasto messe in atto dalle Forze dell’Ordine, per fornire un quadro articolato delle criticità del territorio ma anche i punti di forza.

“Socrates”, l’intelligenza artificiale per l’analisi del crimine

Nel corso dell’appuntamento è stato presentato anche il progetto sperimentale “Socrates” che prevede l’adozione di una unità di Intelligenza Artificiale per l’analisi del crimine, intesa come individuazione delle tendenze e dei motivi di disagio sociale ed economico alla base degli eventi delittuosi, strumento innovativo destinato a supportare concretamente la conoscenza del fenomeno per poter adottare adeguate e soprattutto tempestive strategie di prevenzione socioeconomiche.

La fotografia per Frosinone e provincia

Nel 2023 la provincia di Frosinone ha registrato 11.409 reati denunciati, pari a 2.444,3 denunce ogni 100mila abitanti, collocandosi al 96° posto su 106 province italiane.

Nel dettaglio:
• 1 omicidio e 10 tentati omicidi;
• 20 violenze sessuali denunciate;
• 136 denunce per droga e 66 per estorsione;
• 50 rapine, oltre a 1.321 episodi di danneggiamento, 3513 furti complessivi.

Il quadro tratteggia una realtà in cui, accanto a una lieve diminuzione dei reati complessivi, restano forti criticità legate al traffico di stupefacenti e alle pressioni estorsive, fenomeni che si intrecciano con la presenza storica di clan camorristici e gruppi autoctoni radicati in Ciociaria.

Clan camorristici, Spada, Di Silvio e il delitto di via Aldo Moro

La provincia di Frosinone è interessata, da più di quaranta anni, dalla presenza di clan della camorristici. Nel capoluogo, nella provincia e nella zona di Cassino sono radicate le famiglie Spada e Di Silvio, imparentate con il clan Spada di Ostia. Nella città le indagini dei carabinieri, della polizia di stato e successivamente le sentenze di primo, secondo grado confermate dalla cassazione hanno delineato la presenza di piazze di spaccio chiuse gestite da esponenti della malavita organizzata locale in rapporto con le famiglie Spada.

La famiglia Cupido ha costituito negli anni un vero e proprio sistema di spaccio che non ha nulla da invidiare alle piazze chiuse della capitale. La sera del 9 marzo del 2024 si registra, in pieno centro a Frosinone, alle 19,30, un regolamento di conti: viene assassinato a colpi di pistola Kasem Kasmi e vengono feriti tre giovani albanesi.

Nell’area di Cassino si è registrata nel tempo una considerevole presenza di proiezioni di sodalizi criminali campani e segnatamente di quelli di origine casertana. In questa zona risiedono soggetti appartenenti al cartello dei Casalesi, agli Esposito di Sessa Aurunca, ai Belforte di Marcianise, ma anche ai clan napoletani Licciardi, Giuliano, Mazzarella, Di Lauro e ai Gionta di Torre Annunziata. Nel medesimo territorio sono presenti e radicate le famiglie di origine sinti dei Di Silvio dedite – secondo le indagini della magistratura di Cassino – al compimento dei delitti di usura estorsione e traffico di droga. – Si legge nel Rapporto.

La criminalità organizzata campana e i gruppi autoctoni e stranieri

Secondo gli analisti della Dia, l’influenza della criminalità organizzata campana rende la provincia di Frosinone una sorta di territorio di confine, caratterizzato dalla convergenza di interessi di clan camorristici (nelle sue relazioni, la Dia cita fra gli altri i clan Mallardo, Giuliano, Mazzarella, Licciardi) con gruppi delinquenziali autoctoni e bande straniere (in particolare di origine albanese). Oltre al narcotraffico, c’è un corollario di altre attività criminali: usura, estorsioni, riciclaggio e reinvestimenti nel settore, anche legale, di giochi e scommesse.

Nel 2023, ad esempio, l’operazione “Doppio Gioco 4” della Guardia di Finanza ha ricostruito una rotta di carichi di stupefacente provenienti da Olanda e Belgio e destinati, fra l’altro, alle piazze di spaccio del Frusinate. Anche qui, sembrano in alcune aree esser stati replicati schemi organizzativi simili a quelli usati a Roma, Napoli e in altre città. In particolare, l’indagine “Dejavu” di Polizia e Carabinieri, chiusa nel 2023 a carico di indagati italiani e albanesi, ha rilevato come «la piazza di spaccio operava sul modello “Scampia”, vale a dire senza la necessità di preventivi accordi tra spacciatori e acquirenti, i quali ultimi potevano recarsi sul posto ed acquistare la quantità e la tipologia di stupefacente desiderata: cocaina, crack, hashish e marijuana».

Le principali operazioni

Accanto ai dati statistici, come detto, è stato inserito un capitolo inedito. Il Rapporto dedica ampio spazio alle operazioni condotte dalle forze dell’ordine e dalla magistratura nel territorio ciociaro sottolineando come questi interventi abbiano disarticolato reti criminali attive nel traffico di stupefacenti, nelle estorsioni e in altre attività illecite, confermando la capacità delle forze di polizia e della magistratura di colpire i sodalizi presenti sul territorio.

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Roberta Di Pucchio
Roberta Di Pucchio
Giornalista pubblicista

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