L’arte Multimediale di Gian Carlo Riccardi: a Ceprano inaugura la mostra retrospettiva

Dal 28 dicembre 2025 al 24 gennaio 2026, la Torre Medievale di Ceprano ospiterà una mostra antologica dedicata all'artista di casa nostra

Dal 28 dicembre 2025 al 24 gennaio 2026, la Torre Medievale di Ceprano ospiterà una mostra antologica dedicata a Gian Carlo Riccardi (Frosinone, 1933 – 2015), artista di spicco del secondo Novecento e dell’Avanguardia teatrale romana. 

Questa esposizione, promossa dall’Ecomuseo Argil, per celebrare personaggi illustri nell’ambito della manifestazione “Stelle della Cultura” seconda edizione 2025, con il patrocinio della Regione Lazio, di Provincia Creativa, del Comune di Ceprano, del Comune di Falvaterra, dell’Associazione culturale Fabrateria, dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone e allestita in collaborazione con l’Associazione Diffondere Arte Aps, presenta la vita e la carriera artistica di Riccardi in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa, con la curatela di Valentina Coccarelli e Francesco Spilabotte.

L’inaugurazione

L’inaugurazione si svolgerà domenica 28 dicembre alle ore 17:30. La mostra è aperta gratuitamente al pubblico, il sabato e la domenica dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00, mentre durante la settimana su prenotazione chiamando i seguenti numeri: 3286687523 e 3348500853.

Sarà un viaggio visivo e concettuale che mette in luce la statura internazionale di Gian Carlo Riccardi. Figlio della nobildonna Rosa Amati di Falvaterra e dell’avvocato penalista (in seguito sindaco di Frosinone) Armando Riccardi, originario di Ceprano, questa mostra celebra un ritorno alle radici dell’artista. Ceprano rappresenta il luogo di nascita paterno dove Gian Carlo Riccardi trascorse parte della sua infanzia e promosse iniziative culturali.

L’artista

Pur avendo scelto di operare principalmente nel suo territorio d’origine, l’eredità artistica di Riccardi trascende i confini locali. Gian Carlo Riccardi, allievo di Toti Scialoja e Mario Rivosecchi, ha conseguito il diploma in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1961 e, in seguito, il diploma in Regia Teatrale e Cinematografica al Centro Sperimentale di Roma. Queste esperienze gli hanno permesso di abbracciare con maestria diversi ruoli: pittore, scultore, musicista, regista, scenografo, attore, performer e scrittore. 

Il critico Enrico Crispolti lo ha definito un “artista multimediale” per la sua abilità di mescolare e contaminare le arti in modi del tutto personali. Come sottolineava Crispolti, Riccardi era “un pittore teatrante o un teatrante pittore, non nel senso di una vera e propria espansione teatrale delle avanguardie pittoriche…ma in un certo modo un impatto felice e produttivo del teatro nella pittura e viceversa”. La sua arte si trasformava in “spettacolo”, una “sacra rappresentazione veramente pittorica e plastica”.

Il cuore della poetica di Riccardi si trova in una profonda coerenza esistenziale, espressa in opere intrise di malinconia e di un sottile pessimismo. La forza che spinge la sua arte è la consapevolezza della condizione umana, che l’artista cerca di superare osservandola attraverso gli occhi di un bambino. L’infanzia diventa uno stato d’animo, mentre la memoria e il ricordo sono il materiale grezzo con cui l’artista realizza la sua purificazione estetica. 

La mostra, attraverso riproduzioni di opere, fotografie e video documentari, ripercorre i momenti salienti della sua ricerca visiva. Dalle prime esperienze nel disegno satirico e sociale, la pittura di Riccardi evolve verso il grottesco e il surreale, per poi orientarsi verso l’astratto. Questa fase è caratterizzata dall’uso di una pittura polimaterica, tattile e composta da “reperti”, ovvero oggetti della vita quotidiana. Nelle sue espressioni più mature, l’artista compie un “ritorno all’infanzia”, segnando una svolta tematica e stilistica che richiama elementi del mondo fiabesco per una risoluzione catartica della sua poetica. 

Parallelamente, dagli anni ‘70, Riccardi si è avventurato nel campo della scultura, creando numerose installazioni denominate “Stanze”. Queste opere erano pensate come ambienti totali e site-specific, utilizzando materiali poveri e di recupero, capaci di instaurare un dialogo interattivo e partecipativo con il pubblico, trasformando l’atto artistico in un’esperienza performativa condivisa. 

La mostra documenta anche l’impegno di Riccardi nella sperimentazione teatrale romana, dove ha collaborato con figure come Carmelo Bene e Pino Pascali, contribuendo al clima di fermento del Teatro La Fede. Riccardi ha fondato a Frosinone il Gruppo Teatro Laboratorio Arti Visive e, successivamente, il Teatro dell’Immagine, realizzando l’ideale di arte totale: la scena diventava il luogo in cui la pittura si legava indissolubilmente al teatro, trasformandosi in gesto e immagine dinamica. 

Le sue opere hanno trovato spazio in prestigiose sedi internazionali, come il Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1968, l’Expo CT 72 di Milano nel 1972, la British Art Fair a Londra nel 1985, il Salons des Nations a Parigi nel 1988, l’Università Cooper Union di New York nel 1991, la Biennale d’Arte di Venezia nel 1993, il Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1995, l’Art Buyers Caravan di Atlanta nel 1996, la Fundació Antoni Tàpies a Barcellona nel 1999, e tante altre. Il valore del suo lavoro è stato riconosciuto da critici di altissimo livello, tra cui Alberto Moravia, Enrico Crispolti, Filiberto Menna, Franco Cavallo, Cesare Zavattini e Costanzo Costantini.

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