Lavoro nel settore primario, quasi 44mila entrate previste a settembre: le figure più richieste

A settembre, le imprese del settore primario segnalano difficoltà nel reperire personale nel 43,7% dei casi

Il 16% delle imprese del settore primario prevede di assumere personale a settembre, per un totale di quasi 44mila posizioni offerte, con una diminuzione di 1.650 unità rispetto allo stesso mese del 2024 (-3,6%). Per il trimestre settembre-novembre le opportunità previste sono, invece, poco più di 114mila, sostanzialmente in linea con lo stesso periodo del 2024 (-0,2%). A settembre, le imprese del settore primario segnalano difficoltà nel reperire personale nel 43,7% dei casi.

A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea, che elabora le previsioni occupazionali per il mese di settembre e per il trimestre settembre-novembre.

Le entrate nei vari settori

Il settore delle coltivazioni ad albero, con quasi 20mila entrate previste a settembre e più di 47mila nel trimestre, registra un aumento della domanda rispetto all’anno precedente (rispettivamente+4% e+3,7%). In contrazione risultano il settore delle coltivazioni di campo, con oltre 12mila entrate previste nel mese (-12%) e 33.500 nel trimestre (-6%), quello dei servizi connessi all’agricoltura, con 4.500 entrate a settembre (-10%) e una prospettiva di recupero nel trimestre (+1,4% con 14.400 entrate previste), e il settore della silvicoltura, con 1.300 entrate previste nel mese (-15%) e 2.900 fino a novembre (-14%). Più stabili le aspettative di occupazione delle imprese impegnate nelle coltivazioni di serra (1.950 nel mese e 5.000 nel trimestre), nell’allevamento (1.940 nel mese e 5.400 nel trimestre) e delle aziende miste di coltivazione e allevamento (1.280 nel mese e 3.500 nel trimestre). In crescita la pesca, sebbene con flussi di  entrate previste contenuti.

Il gruppo professionale maggiormente richiesto tra i 43.850 lavoratori previsti in entrata è quello delle professioni non qualificate (più di 23mila unità, pari al 53,3% del totale), seguito dagli operai specializzati (quasi 13mila; 29,3%) e dai conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili (5.100; 11,6%). Residuali le richieste per gli impiegati e delle professioni commerciali e nei servizi (1.510; 3,4%) e per i dirigenti, professioni con elevata specializzazione e tecnici (1.040; 2,4%).

Il mismatch

Quanto alla difficoltà di reperimento (43,7%), la principale motivazione indicata è la mancanza di candidati disponibili (34,9% delle entrate previste).

Le difficoltà di reperimento sono particolarmente elevate nelle aziende di allevamento (57,4%) e nelle aziende miste di coltivazione e allevamento (52,3%). Seguono le coltivazioni di serra, fiori e vivai (47,7%) e le coltivazioni ad albero (45,2%).

Tra le figure di più difficile reperimento da impiegare nel comparto primario si segnalano i meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse/mobili (78,1%), gli allevatori e operai specializzati della zootecnia (59,6%), gli allevatori e agricoltori (59%) e gli agricoltori e operai agricoli specializzati (46%). Sono di difficile reperimento anche il 59,2% dei conduttori di macchine agricole, il 44% dei conduttori di veicoli a motore e a trazione animale e il 45% del personale non qualificato nell’agricoltura e nella manutenzione del verde.

La quota di assunzioni che le imprese del settore primario prevedono di coprire ricorrendo a lavoratori immigrati si attesta a settembre al 37%  per un totale di 16mila lavoratori. Dichiarano un maggiore ricorso a manodopera immigrata le aziende di allevamento (47,6% delle entrate previste nel mese), di coltivazioni di campo (42,3%), e quelle impegnate nei servizi connessi all’agricoltura (41,4%).

Guardando la distribuzione geografica delle entrate previste, si segnala una flessione nelle posizioni ricercate nel Sud e Isole a settembre (-8,2% su base annua), che restano, però, saldamente più della metà di tutte quelle previste a livello nazionale (23 mila su 44 mila circa). Crescono, invece, le entrate previste nel Centro: del +8,3% a settembre (6,3mila unità) e del +7,2% confrontando i trimestri (17.200 tra settembre e novembre del 2025). Stabili, invece, le entrate nel Nord Est (11.300 a settembre e 21.500 nel trimestre) e nel Nord Ovest (3.400 nel mese e 7.600 nel trimestre).

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