Locke, “La differenza tra una volta e mai è tutto”: il gioiellino a misura di abitacolo di Steven Knight

Arrivato dalla periferia del fuori concorso di Venezia 70 fu subito chiaro che si trattava di una vera 'perla' con un grande Tom Hardy

Protagonista del film è Ivan Locke (forse un riferimento al filosofo John Locke, il quale, tra le tante cose, sosteneva che lo spirito umano è una tavola rasa, da incidere azione dopo azione?), capocantiere di un’importante ditta di costruzioni e amorevole padre di famiglia. Questo suo mondo perfetto, costruito con grande fatica, viene però bruscamente compromesso quando Locke riceve la chiamata di Bethan, una donna con cui aveva avuto una fugace relazione e che ora sta per partorire un suo figlio. Nel corso di un viaggio in auto notturno, Locke si trova a doversi far carico delle proprie responsabilità e fare delle chiamate molto difficili, da quella al suo sottoposto Donald, a cui deve spiegare il lavoro in cui deve sostituirlo, fino a quella con la moglie Katrina, a cui dovrà rivelare la verità.

Arrivò dalla periferia del fuori concorso di Venezia 70 e subito fu chiaro che si trattava di un vero e proprio gioiellino a misura di abitacolo automobilistico. Stiamo parlando di Locke. Opera seconda di Steven Knight (sceneggiatore de La promessa dell’assassino di David Cronenberg), la pellicola si presentò come la sorpresa più piacevole di tutto il Festival.

Thriller alla guida

Qualsiasi cosa vi aspettate da questo film non è ciò che vedrete negli 85 minuti che cambieranno la vita di un uomo. Sembra quasi girata in presa diretta questa ora e mezza scarsa di vita di Ivan Locke (Tom Hardy), unico viso inquadrato per tutta la durata di quello che è stato presentato come un thriller “alla guida”. Un uomo al volante di un auto, telefonate a ripetizione e un’amara decisione che sconvolgerà la vita del protagonista, ma che non potrà non tangere anche quella dei suoi familiari, colleghi di lavoro, amici.

Un’opera coraggiosa questa di Knight, qui regista e sceneggiatore, che sconvolge i piani delle aspettative spettatoriali. Un Tom Hardy bellissimo e struggente, che si conferma come talento puro anche quando non recita con il fisico ma solo con le emozioni del volto. Una messa in scena che, come ha affermato lo stesso director, sembra una video-installazione psichedelica: strade “bruciate” da auto in corsa, illuminazioni che infrangono il velo malinconico del buio, la notte come il tempo “X” in cui, in un modo o nell’altro, tutto si compie…

La differenza tra una volta e mai è tutto

Si stabilisce un legame empatico con il Locke del titolo e si soffre con lui, si ride con lui, ci si arrabbia con lui e si piange con lui. Dialoghi telefonici riuscitissimi, monologhi dolorosi ed emozionanti, la redenzione del padre attraverso la scelta della “cosa giusta da fare” da parte del figlio, ricordi dolenti, la vittoria, la sconfitta, il perdono: tutto e ancora molto nello scomparto di un veicolo. L’intero film si fonda infatti su questo conflitto, su quanto Locke sia disposto a sacrificare pur di liberarsi dal fantasma delle sue origini per diventare qualcosa di diverso da quel padre che lo aveva abbandonato quando era piccolo. Ogni cosa nella pellicola diventa la metafora di quanto il protagonista sta vivendo e del suo dovere morale. La struttura in costruzione dalla ditta del protagonista, che al minimo errore può crollare, rappresenta infatti la stessa vita di Locke, fortemente in bilico. Le strade percorse dal Ivan diventano invece le tante possibilità che si incontrano nella propria vita, mentre la macchina altro non è che il proprio personale mondo, di cui si è al volante pur dovendo fare i conti con chi ci circonda e con i fantasmi del passato. Una bomba emozionale che potrebbe esplodere da un momento all’altro e che invece si scioglie nella dolcezza con cui Hardy affronta la notte che gli sta cambiando la vita, la notte in cui il mondo che si era costruito faticosamente, con calcestruzzo, moglie e progenie, viene spazzato via da una telefonata che annuncia la nascita di un figlio frutto di una sola notte di sesso. E allora la strada che porta da Birmingham a Londra diviene ciò che lo separa dal compimento ultimo del proprio destino. La moglie tradita recita spesso una frase: “La differenza tra una volta e mai è tutto”. Proprio così. La differenza tra la visione di questo piccolo, scintillante capolavoro e il non vederlo, è davvero tutto.

Dettagli

  • Titolo originale: Locke
  • Regia: Steven Knight
  • Anno di Uscita: 2013
  • Genere: Drammatico
  • Fotografia: Haris Zambarloukos
  • Musiche: Dickon Hinchliffe
  • Costumi: Nigel Egerton
  • Produzione: UK, USA
  • Cast: Tom Hardy, Ruth Wilson, Andrew Scott, Olivia Colman, Tom Holland, Ben Daniels, Bill Milner, Alice Lowe, Danny Webb, Lee Ross
  • Sceneggiatura: Steven Knight
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Cristina Lucarelli
Cristina Lucarelli
Cristina Lucarelli, giornalista pubblicista, specializzata in sport ma con una passione anche per musica, cinema, teatro ed arti. Ha collaborato per diversi anni con il quotidiano Ciociaria Oggi, sia per l'edizione cartacea che per il web nonché con il magazine di arti sceniche www.scenecontemporanee.it. Ha lavorato anche come speaker prima per Nuova Rete e poi per Radio Day e come presentatrice di eventi. Ha altresì curato gli uffici stampa della Argos Volley in serie A1 e A2 e del Sora Calcio.

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