Lotta al caporalato, la Regione contro lo sfruttamento del lavoro: il progetto “Soleil”

Schiboni e Rocca guardano agli obiettivi per "Sconfiggere quello che è un cancro che sta divorando dall’interno il nostro sistema"

Il caporalato e il lavoro nero non sono piaghe lontane, relegate a zone sperdute del Mezzogiorno. Anche il Lazio continua a essere teatro di sfruttamento e illegalità, in particolare nel settore agricolo e nei cantieri edili. Ce lo racconta la cronaca quotidiana.

Decine di lavoratori, spesso stranieri e privi di tutele, vengono impiegati in condizioni disumane, sottopagati e privi di qualsiasi forma di protezione. I “caporali”, moderni padroni del bisogno, agiscono come intermediari illegali tra manodopera e imprenditori compiacenti, aggirando la legge e arricchendosi sulla pelle di chi non ha alternative.

Negli ultimi mesi, le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli, portando alla luce situazioni di grave irregolarità e promuovendo provvedimenti di sospensione e sanzioni. Tuttavia, il fenomeno resta difficile da sradicare, anche per la reticenza delle vittime a denunciare, temendo ritorsioni o l’espulsione. La Regione Lazio è scesa in campo con un progetto. Ad illustrarne gli obiettivi l’assessore Schiboni.

Schiboni: “Progetto Soleil per sostegno alla lotta al caporalato”

«Il lavoro irregolare non si presenta come una forma di economia parallela, ma si sviluppa all’interno del mercato sfruttandone i meccanismi, i canali e le regole di funzionamento e, soprattutto, si evolve e si modifica con il mercato del lavoro stesso. La prevenzione, la lotta allo sfruttamento lavorativo e al caporalato, l’incentivazione delle misure di tutela e di sicurezza per i lavoratori, sono battaglie di civiltà che devono vederci, a tutti i livelli, e in tutti i settori, uniti se vogliamo sconfiggere quello che è un cancro che sta divorando dall’interno il nostro sistema». – Lo dichiara l’assessore al Lavoro, alla Scuola, alla Formazione, alla Ricerca, al Merito e Urbanistica, Giuseppe Schiboni.

«Con questo obiettivo ho preso parte al confronto organizzato nell’ambito del progetto “Soleil”, un progetto interregionale, di cui la regione Lazio è capofila, che ha preso l’avvio il primo ottobre 2024, con cui si stima di intercettare e prendere in carico, per il Lazio, 1000 cittadini di paesi terzi di cui 200 donne e 800 uomini, che beneficeranno a vario titolo delle attività progettuali. Il nostro obiettivo è porre al centro delle azioni messe in atto la persona, perché solo in questo modo scardineremo dall’interno, questo sistema di sfruttamento. Il lavoro irregolare, che può assumere diverse forme, priva i lavoratori di diritti fondamentali come la sicurezza sociale, la salute e la possibilità di un’esistenza dignitosa. La lotta a questa pratica non solo tutela i lavoratori, ma contribuisce anche alla stabilità del sistema economico e alla crescita sociale. L’economia sommersa, all’interno dei differenti contesti in cui si è sviluppata, ha conosciuto significative trasformazioni diventando oggi una combinazione di elementi e componenti ampiamente diversificati a livello territoriale e settoriale. Per queste ragioni combattere l’irregolarità nel lavoro è una priorità fondamentale per garantire dignità alle persone e promuovere un’economia più equa e sostenibile. La prevenzione e la lotta allo sfruttamento lavorativo, al caporalato, l’incentivazione delle misure di tutela e di sicurezza per i lavoratori sono battaglie di civiltà fondamentali per prevenire e sconfiggere un fenomeno che sta minando dall’interno il nostro sistema. In tale contesto il progetto “Soleil” incarna in sé processi positivi, condivisi dagli attori sociali, che meglio di altri innalzano la qualità degli interventi, generano sinergie, producono soluzioni ed idee che cambiano o, per meglio dire, possono cambiare in modo significativo il volto dell’economia sommersa», ha concluso l’assessore Schiboni.

Rocca: “Lazio capofila di un’Italia che non si gira dall’altra parte”

«Con il progetto SOLEIL, la Regione Lazio rafforza il proprio impegno contro lo sfruttamento lavorativo. Migliaia di migranti, donne, minori e famiglie vulnerabili troveranno finalmente ascolto, diritti, protezione. Perché nessuno dev’essere invisibile. Nessuno dev’essere sacrificabile. Dopo la tragedia di Satnam Singh, abbandonato a morire nelle campagne di Latina, la Regione ha scelto da che parte stare: quella della dignità umana. E ci siamo costituiti parte civile. Non è un gesto simbolico. È un impegno concreto. Tra le misure previste dal progetto, oltre 100 tecnici della prevenzione saranno assunti nelle ASL per garantire sicurezza e rispetto nei luoghi di lavoro. Questo è uno dei valori fondanti della nostra Repubblica: il lavoro libero e dignitoso. E il Lazio è orgogliosamente in prima linea per difenderlo». – Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. 

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