Maltempo, 9 comuni su 10 sono a rischio frane e alluvioni: è emergenza climatica

Per effetto del cambiamento climatico in atto, registrata una più elevata frequenza di manifestazioni violente

In Italia oltre 9 comuni su 10 in Italia (93,9%) hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane e alluvioni anche per effetto del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni particolarmente intense. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Ispra in riferimento all’ultima ondata di maltempo che ha investito l’Italia con vittime, fiumi esondati, famiglie sfollate e danni alle abitazioni, alle strade, ai campi e ai frutteti. Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha espresso il proprio cordoglio per le vittime travolte dalle acque.

“Le precipitazioni sempre più violente è necessario avere dei bacini di accumulo che trattengano l’acqua a monte creando le condizioni per evitare situazioni di criticità per le esondazioni dei fiumi come purtroppo è avvenuto in Emilia Romagna” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “l’importanza di utilizzare al meglio le risorse del Pnrr, dei fondi di coesione e del REpowerEU, per investire nei bacini di accumulo che diventano quindi fondamentali per la sicurezza di tutto il nostro Paese, conservando l’acqua in eccesso per ridistribuirla quando serve”.

Se la pioggia è attesa per ripristinare le scorte idriche in laghi, fiumi, terreni e montagne, i forti temporali con precipitazioni violente – spiega la Coldiretti – peggiorano la situazione anche con frane e smottamenti poiché i terreni secchi non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento. Una situazione figlia del cambiamento climatico che ha estremizzato gli eventi estremi e che rende urgente agire con progetti di lungo periodo.

Dal 2012 ad oggi – continua Coldiretti – il suolo sepolto sotto asfalto e cemento non ha potuto garantire l’assorbimento di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che ora scorrono in superficie aumentando il rischio idrogeologico. In Italia l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che hanno superato i 6 miliardi di euro nell’ultimo anno.

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