È bastata la nudità di una scultura per far scattare la censura. Questa volta a finire penalizzato dai filtri di Meta è Jago, scultore ciociaro noto a livello internazionale, la cui ultima opera — La David — è stata parzialmente oscurata sui social a causa della presenza di seni femminili, interpretati dall’algoritmo come contenuto non conforme.
L’intervento ha portato non solo alla limitazione della diffusione di foto e video dell’opera, ma anche a una restrizione dell’intero account dell’artista, che attualmente risulta visibile soltanto ai follower già acquisiti.
“Succede ormai regolarmente — ha dichiarato Jago all’ANSA — e ogni volta è la stessa storia. Le linee guida permettono la pubblicazione di nudi a scopo artistico, eppure l’algoritmo li blocca. E ciò che è peggio è che, anche dopo la revisione umana, spesso non si ottiene alcuna risposta”.
L’artista denuncia non solo l’applicazione arbitraria e rigida delle regole, ma anche una scarsa trasparenza da parte della piattaforma, che — secondo lui — non distingue tra pornografia e linguaggio artistico.
La David, ispirata alla celebre scultura di Michelangelo ma riletta con sensibilità contemporanea, intende riflettere sulla forza e la fragilità, sul corpo come simbolo e linguaggio. Ma l’occhio dei social sembra non coglierne il senso. Il caso solleva, ancora una volta, interrogativi urgenti sulla libertà espressiva nell’era delle piattaforme, dove le linee guida automatiche rischiano di compromettere la visibilità e la diffusione dell’arte.