Morte dell’orsa Amarena, l’uomo accusato di aver ucciso la mascotte del “Parco” alla sbarra

Il giudice ha disposto il rinvio a giudizio per l'imputato reo confesso con apertura del processo fissata per il 19 gennaio 2026

Si è conclusa l’udienza predibattimentale del processo relativo all’uccisione dell’orsa Amarena, avvenuta nel 2023 presso Villalago, in Abruzzo. Amarena, simbolo di tutela della fauna selvatica nel nostro territorio, fu brutalmente uccisa in un episodio che suscitò profonda indignazione tra ambientalisti, animalisti e cittadini sensibili alla conservazione della natura.

Il caso scosse profondamente l’opinione pubblica avendo grande eco anche in provincia di Frosinone. LEGGI QUI – A darne notizia, in quella giornata di fine estate, era stato il Pnlam di cui Amarena era la mascotte. Ad Arpino, Gianni Vallucci, aveva voluto sensibilizzare la comunità rispetto all’accaduto disegnando un drappo con la scritta “Non uccidete anche me, solidarietà per l’orsa Amarena”, messo sulla schiena del suo amico Ciuchino. LEGGI QUI

L’indagato per l’omicidio è Andrea Leombruni, macellaio di San Benedetto dei Marsi, accusato di aver ucciso Amarena con una fucilata il 31 agosto 2023, mentre l’orsa si trovava con i suoi due cuccioli ai margini del paese, nella sua storica “casa” di Villalago. La Procura ha formulato l’accusa di uccisione con crudeltà e senza giustificazione, aggravata dalla futilità dei motivi. Nei giorni scorsi il giudice predibattimentale del tribunale di Avezzano ha disposto il rinvio a giudizio con apertura del processo fissata per il 19 gennaio 2026. 

La battaglia comune

Circa quarantotto tra associazioni ambientaliste, enti e istituzioni, incluso il Comune di Villalago, si sono costituiti parte civile nel procedimento, dimostrando grande mobilitazione contro questo animalicidio. Gian Marco Prampolini, presidente di LEAL, commenta: “Abbiamo seguito la notizia dell’uccisione di Amarena e seguito l’iter processuale come parte in causa e chiediamo una condanna senza attenuanti e l’adozione di misure efficaci per prevenire il ripetersi di questi crimini, che rappresentano un’offesa gravissima non solo alla fauna selvatica e l’ambiente ma a tutta la società. LEAL continuerà a monitorare attentamente il procedimento giudiziario e a chiedere azioni concrete per proteggere la fauna e difendere il rispetto delle leggi ambientali, affinché il caso di Amarena resti un monito e non un episodio destinato a ripetersi”.

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