Serie A – “Keep racism out”, il difensore del Frosinone Calcio Caleb Okoli diventa un’icona della lotta al razzismo. Sulla pagina Instagram del Museo del Calcio Internazionale, infatti, ci sono post e storie che hanno per protagonisti l’atleta italiano di origini nigeriane e il club del presidente Maurizio Stirpe. Il numero 5 giallazzurro ha donato la sua speciale maglia al Museo nonché prima esposizione permanente del calcio internazionale in Italia.
I ringraziamenti ad Okoli e al Frosinone
“Anche quest’anno @caleb_okoli ci ha donato la sua maglia, una maglia speciale che ci permette di sostenere la lotta al razzismo ‘Keep racism out’”, questo il post della pagina. Poi Instagram Stories in cui il Museo ringrazia “come ogni anno Okoli e il Frosinone Calcio”. Un motivo di assoluto orgoglio che certifica ancora una volta l’impegno del giocatore e del sodalizio frusinate in favore della diffusione di valori universali e di una cultura del sociale. Gli stessi obiettivi che si propone di perseguire il Museo del Calcio Internazionale, di cui una delle finalità è proprio quella di educare attraverso lo sport ed in particolare il calcio. Contribuire attivamente quindi a promuovere la cultura sportiva come mezzo di espressione e riflessione sulle virtù più profonde dello sport. Si vuole incentivare l’accesso alla cultura da parte di tutti dando rilevanza a tematiche sociali. E le parole d’ordine sono innovazione e ricerca ma anche riscoperta dei territori attraverso la loro storia ed il loro patrimonio sportivo.
Sport, valori e cultura
Il bel gesto di Caleb Okoli lo colloca così vicino ai grandi campioni e agli esempi del passato: difatti al museo campeggiano cimeli di Pelè, Maradona, Zico, Cruijff, Di Stefano, Beckenbauer, Muller, Best, Platini. Ma ci sono anche tanti big e beniamini del presente: Ronaldo, Baggio, Zidane, Pirlo, Buffon, Messi, Ronaldo C. e molti altri. Ogni oggetto donato, soprattutto casacche, sia esso indossato da un calciatore di Serie A o di Serie C, ha una storia importante da raccontare. Ci sono pagine di successi, ma anche pagine intrise di lacrime e sconfitte. Esistono le narrazioni della gara della vita, così come della peggiore partita in carriera, ma non esiste differenza. Tutto è esperienza perché la cultura sportiva si alimenta proprio conoscendo tutti questi passaggi. Okoli e il suo Frosinone hanno partecipato raccontando una storia importantissima, una storia di uguaglianza, tolleranza e rispetto. Per dare insieme un altro simbolico calcio alla discriminazione e alla xenofobia.



