È stato un racconto carico di emozione quello ascoltato nell’aula della Corte d’Assise di Cassino. Qui un testimone ha ricostruito l’omicidio di Armando Tortolani, il 43enne di Villa Latina ucciso nel maggio 2024 durante una lite scoppiata sotto casa, in via Pacitti.
Secondo il suo racconto, Tortolani e l’imputato Luca Agostino, 42 anni, avrebbero iniziato a discutere animatamente. Il testimone ha raccontato di aver tentato di dividerli, riuscendoci solo per pochi istanti. Poi la situazione sarebbe precipitata: «Ho visto Agostino con il coltello in mano — ha detto — lo minacciava di ammazzarlo. Poi si sono spinti, si sono presi, e ho visto solo il caos e il sangue».
Il giudice ha chiesto al teste di chiarire anche la posizione dei due uomini durante la colluttazione, la presenza di un bastone impugnato dalla vittima e la circostanza relativa alla pulizia delle tracce di sangue subito dopo l’aggressione. Durante la stessa udienza sono stati ascoltati anche due infermieri: uno, vicino di casa, intervenuto subito per prestare soccorso, e una professionista del 118 che ha seguito il ferito fino all’ospedale di Sora, dove Tortolani è spirato poco dopo l’arrivo.
Nel procedimento si sono costituite parti civili i familiari della vittima e il Comune di Villa Latina, rappresentati dagli avvocati Paolo Marandola, Vittorio Salera, Michelangelo Montesano Cancellara, Marcello Panzini e Carmine Cervi.
A difendere l’imputato sono gli avvocati Beniamino Di Bona ed Enrico Maria Gallinaro, che contestano la ricostruzione dell’accusa, sostenuta dal Pubblico Ministero Chiara Fioranelli. La prossima udienza si terrà il 5 novembre, quando saranno sentiti i consulenti di medicina legale incaricati di chiarire la dinamica delle ferite e la causa della morte.