Alatri – È stato affidato nella mattinata di oggi, 31 marzo, l’incarico ai Carabinieri del Racis per eseguire gli accertamenti tecnici non ripetibili sugli ultimi tre smartphone sequestrati nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Thomas Bricca. Gli esperti del Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche, nei prossimi giorni, passeranno sotto la lente i telefonini di Francesco Dell’Uomo, detto “Budella”, zio acquisito di Mattia Toson, della fidanzata dello stesso Mattia e di Cristian Belli, uno dei migliori amici del 21enne iscritto sul registro degli indagati insieme al padre, Roberto Toson, con le accuse di concorso in omicidio e detenzione illecita di armi. Per dovere di cronaca, va precisato che Francesco Dell’Uomo, Cristian Belli e la fidanzata di Mattia non risultano in alcun modo indagati. Il terzo indagato, seppur con accuse completamente diverse, invece, è Luciano Dell’Uomo, padre di Francesco, sospettato di aver mentito per coprire Roberto e Mattia e di aver occultato e distrutto prove che sarebbero potute essere utili alle indagini.
Gli elementi che emergeranno dagli smartphone saranno confrontati con quelli estrapolati dall’IPhone di Mattia, nella mattinata del 21 marzo scorso, e con quanto verrà fuori dalla perizia sull’IPhone del fratello minore, Niccolò (che non è indagato) in programma lunedì prossimo, 3 aprile. Alle operazioni sarà presente anche un perito di parte nominato dalla famiglia di Thomas assistita dall’avvocato Marilena Colagiacomo.
Il quadro accusatorio
Quello al quale gli investigatori stanno lavorando, da ormai oltre due mesi, è un quadro accusatorio complesso. Già dalla sera del 30 gennaio scorso, quando Thomas venne colpito con un colpo di pistola alla testa, sotto al ‘Girone’, i sospetti si erano concentrati sulla famiglia Toson. Più di qualche testimone, la sera dell’agguato, nella caserma di Alatri avrebbe fatto nomi e cognomi. Mattia Toson, il 2 febbraio, quando il San Camillo di Roma comunicò l’avvenuto decesso di Thomas, raggiunse spontaneamente la stessa caserma per dichiararsi estraneo ai fatti. Ai militari dell’Arma raccontò che al momento del delitto era ad una festa di compleanno in un agriturismo. Quell’alibi, però, è stato in parte smontato da testimonianze e contraddizioni emerse. Alla festa di compleanno Mattia avrebbe sì partecipato ma sarebbe arrivato intorno alle 21.00, oltre un’ora dopo la sparatoria.
I dati contenuti sugli smartphone sequestrati, comparati tra loro, potrebbero essere il punto di svolta per risalire con certezza a dove si trovassero padre e figlio la sera del 30 gennaio. Bisognerà attendere la prossima settimana per avere nuovi elementi utili alle indagini. Il cerchio potrebbe anche chiudersi qualora venissero fuori prove inconfutabili. Intanto familiari e amici continuano ad attendere che venga finalmente fatta giustizia.