La Corte d’Appello di Roma ha rinviato al 16 dicembre la decisione sull’omicidio di Thomas Bricca. I giudici dovranno stabilire se accogliere o rigettare la richiesta della difesa dei Toson di riaprire l’istruttoria e disporre una nuova perizia antropometrica per determinare, dalle immagini, chi fosse al volante e chi ha sparato i colpi mortali che hanno ucciso Thomas. Una scelta che determinerà l’esito del processo: se la richiesta verrà respinta, ci saranno le discussioni dei due difensori degli imputati e subito dopo la Corte si ritirerà per la sentenza che chiude l’appello; se invece sarà accolta, il procedimento proseguirà con nuovi accertamenti.
Ricostruzione dei fatti
Thomas Bricca, 19 anni, viene ucciso la sera del 30 gennaio 2023 ad Alatri da proiettili destinati inizialmente a un’altra persona, Omar Haoudi. Padre e figlio, Roberto e Mattia Toson, sono poi condannati rispettivamente all’ergastolo e a 24 anni. L’omicidio non è visto semplicemente come un tragico errore: emerge un retroscena di tensioni di territorio, scontri sociali e lotta per il potere. Secondo l’accusa, Roberto e Mattia si muovono su uno scooter con i telefoni spenti per non essere tracciati, con l’obiettivo di colpire Omar, che era coinvolto in risse che agitavano la città.
Il dibattito sul braccio del colpo mortale e il dettaglio delle scarpe
Durante l’udienza di oggi, al centro del dibattito, la questione del braccio con cui Mattia Toson avrebbe sparato. Secondo i PM, il colpo fatale sarebbe partito dal braccio sinistro, abilità considerata semplice anche per un destrorso grazie alla sua esperienza nel maneggiare armi. Nello stesso contesto, è stato discusso anche il tema delle scarpe e degli indumenti osservabili nei video: la qualità delle immagini delle telecamere comunali è molto bassa, e in movimento i soggetti appaiono come scie.
La ricostruzione dei PM
I pubblici ministeri hanno ricostruito il quadro probatorio già riconosciuto in primo grado. Padre e figlio avrebbero spento i telefoni nella fascia oraria del delitto per non essere localizzabili, mentre lo scooter utilizzato sarebbe stato visto fare un’inversione a U prima degli spari. Secondo l’accusa, almeno due colpi sarebbero stati esplosi da un tiratore abile e diretti verso Omar, mentre Thomas Bricca sarebbe stato colpito solo perché indossava un giubbotto simile a quello della vittima designata. Sempre secondo i PM, le cimici inserite nelle auto dei Toson sarebbero state rimosse o bonificate. Inoltre, la fidanzata di Mattia, Beatrice Coccia, aveva riferito del casco bianco prima visto e poi scomparso dal bagagliaio dell’auto, elemento che contribuirebbe a ricostruire la dinamica dei fatti.
Gli avvocati dei Toson hanno chiesto la riapertura dell’istruttoria e la nomina di un nuovo perito per chiarire chi fosse effettivamente sullo scooter la sera del delitto. L’obiettivo della difesa è ridimensionare il ruolo di Mattia Toson e sostenere una responsabilità preterintenzionale piuttosto che volontaria.
La posizione della Procura
Il pubblico ministero Rossella Ricca ha ribadito la richiesta di ergastolo anche per Mattia Toson, ritenendo provata la premeditazione. “L’omicidio preterintenzionale qui sarebbe fuoriluogo, ma si tratta di un atto volontario, perché è stata utilizzata un’arma da fuoco: non si spara se l’intento non è quello di arrecare danno” spiega il PM Ricca. L’uso del braccio sinistro da parte di Mattia e la sua abilità nel maneggiare armi sono stati sottolineati come elementi che confermano la volontà e la perizia nell’esecuzione del gesto.
Cosa succede ora
Il 16 dicembre sarà il giorno decisivo: se l’istruttoria verrà riaperta, il processo proseguirà con nuovi accertamenti; se invece la richiesta verrà respinta, dopo le discussioni finali degli avvocati la Corte si ritirerà per emettere la sentenza che chiuderà il giudizio di secondo grado. Questa decisione potrebbe finalmente mettere un punto fermo su uno dei casi più dolorosi e discussi degli ultimi anni per la città di Alatri.