“Siamo pronti a collaborare per la modifica del disciplinare di produzione e da subito disponibili ad inserire il peperone dop tra le specialità tipiche regionali che il Lazio propone nelle fiere italiane e internazionali, come il Macfrut Rimini. Istat ha appena certificato la crescita esponenziale del nostro export agroalimentare e vogliamo consolidare il trend favorevole, valorizzando tutte le specificità agricole laziali. Peraltro, la provincia di Frosinone è quella che tra tutte ha registrato la performance migliore”.
Lo ha detto l’assessore regionale all’agricoltura, Giancarlo Righini, a Pontecorvo, parlando alla cerimonia inaugurale della festa del peperone dop che si è svolta nel fine settimana e che ha richiamato migliaia di visitatori. Il suo collega di giunta, Pasquale Ciacciarelli, ha manifestato disponibilità a sostenere i progetti di sviluppo della filiera del dop “una varietà – ha precisato – così pregiata, quanto vulnerabile, per cui è davvero opportuno introdurre modifiche al disciplinare per consentirne, ad esempio, anche la coltivazione in serra”.


Nelle piazze che hanno ospitato la manifestazione sono stati serviti i piatti della tradizione locale a base di peperone dop ed è stata allestita una vetrina a cielo aperto per valorizzare le produzioni artigianali pontecorvesi come la cannata, antico recipiente in terracotta e i cesti di vimini intrecciato.
“La riuscita dell’evento è merito condiviso – dice il presidente dell’Associazione dei produttori, Valerio Fresilli – con i dirigenti della Fiera Agricola Basso Lazio, con il sindaco Rotondo e i consiglieri comunali delegati Spiridigliozzi e Santamaria, con i vertici di Coldiretti Frosinone e Banca Popolare del Cassinate, con il consigliere Regionale Maura e con il commissario della Comunità Montana Ausoni, Belli. Il risultato più significativo di questa edizione è il rinnovato rapporto di collaborazione con la Regione Lazio. La disponibilità offerta dagli assessori Righini e Ciacciarelli, che ringrazio, ci obbliga a stringere sui nuovi obiettivi, ossia l’aumento degli ettari coltivati per raggiungere la massa critica di prodotto necessaria per la visibilità sui mercati e l’avvio dell’iter burocratico per le modifiche al disciplinare, adempimento cui è delegato il Consorzio di Tutela del peperone dop col quale da sempre collaboriamo proficuamente”.