Dopo la conclusione dei moduli formativi di lingua inglese e accoglienza turistica, il progetto Giò – Giubileo, Inclusione, Opportunità entra nella sua fase operativa. I ragazzi della Comunità Exodus di Cassino hanno infatti iniziato a prestare servizio presso l’Abbazia di Montecassino, affiancando le guide nelle attività di accoglienza dei pellegrini e dei visitatori, con particolare attenzione alle persone con disabilità o fragilità sociali.
Il progetto nasce con l’obiettivo di promuovere un Giubileo realmente partecipativo e inclusivo, rendendo più accessibile il complesso abbaziale a tutti, grazie anche all’impiego di operatori formati provenienti da percorsi di recupero e reinserimento sociale.
“È un’esperienza che unisce lavoro, formazione e spiritualità” – spiega Luigi Maccaro, responsabile di Exodus – “I nostri ragazzi non solo acquisiscono competenze professionali utili per il futuro, ma riscoprono anche il valore del servizio e dell’accoglienza, in un luogo simbolo della rinascita come Montecassino”.
I sei partecipanti al progetto, dopo aver completato un percorso formativo di 230 ore, operano ora come assistenti all’accoglienza e al supporto dei visitatori con disabilità motorie e sensoriali, fornendo informazioni, accompagnamento e ausili specifici per rendere la visita all’Abbazia un’esperienza accessibile e serena.
Il progetto prevede inoltre l’organizzazione di eventi culturali e giornate inclusive, in collaborazione con la Consulta per i diritti delle persone con disabilità di Cassino, nonché la realizzazione di strumenti tecnologici per l’accessibilità: uno spazio web dedicato, pannelli tattili, QR code multilingue e dispositivi per il superamento delle barriere architettoniche.
“Il Giubileo è un’occasione per rimettere al centro la persona” – sottolinea l’abate di Montecassino, dom Luca Fallica– “Grazie a questo progetto, l’Abbazia di Montecassino si apre ancora di più al territorio e diventa un modello di turismo accessibile, dove l’accoglienza è vissuta come gesto di fraternità”.
L’iniziativa, che proseguirà per tutto il 2025, rappresenta una sinergia concreta tra istituzioni, comunità e Chiesa: un modo per celebrare il Giubileo attraverso la solidarietà, il lavoro e l’inclusione.