Regione, D’Amato: “Non ci sono motivi per commissariare la sanità nel Lazio”

Per il consigliere regionale di Insieme per il Lazio si tratta di una scelta estremamente sbagliata che farebbe scattare meccanismi deleteri

“I parametri per entrare in commissariamento sono due, l’inadempienza sui livelli essenziali di assistenza e un disavanzo annuo superiore al 5 per cento del fondo sanitario regionale. Entrambi i parametri non sussistono ed anche la previsione che viene fatta sul 2023 è una proiezione al primo trimestre e usualmente ampiamente sovrastimata”. Lo evidenzia il consigliere regionale di Insieme per il Lazio, Alessio D’Amato, ex assessore alla Sanità in Regione.

“Anche il disavanzo sanitario 2022, stimato intorno ai 200 milioni che dovrà essere bollinato al prossimo tavolo – aggiunge D’Amato – non tiene conto della totalità del pay back che può cambiare sensibilmente il dato, che comunque è poco al di sopra del 1 per cento. Con questi parametri dovrebbero essere commissariate tutte le regioni italiane che hanno chiesto al governo 5 miliardi di risorse non erogate per l’emergenza Covid e i maggiori oneri energetici. Chiedere il commissariamento rappresenta una resa, e a mio avviso una scelta profondamente sbagliata poiché potrebbe far scattare automatismi, come il blocco del turn over, che sono stati deleteri per il servizio sanitario regionale”.

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