Regione – Due detenuti anziani e malati morti nel giro di poche ore: aperta un’inchiesta

Il Garante Anastasia denuncia: "L'incompatibilità della detenzione con le malattie gravi". Ora sarà la Procura a fare luce sui decessi

Roma – Due detenuti malati e anziani sono morti nella capitale a distanza di poche ore, tra la notte del 20 febbraio e la giornata del 21 febbraio. Il primo, deceduto nella notte tra il 19 e il 20, aveva 66 anni ed era diabetico e si trovava in cella a Rebibbia. Il secondo, morto ieri mattina, aveva 77 anni ed era affetto da polmonite, oltre ad avere un’insufficienza renale: era ricoverato proveniente da Rebibbia.

Il Garante delle persone private della libertà del Lazio, Stefano Anastasia, il quale si è impegnato a tenere un incontro con i dirigenti della Asl per verificare lo stato dei servizi sanitari interni all’istituto, ha denunciato “l’incompatibilità della detenzione con le malattie gravi, che non possono essere adeguatamente curate in carcere”. In merito alla morte del 66enne, Anastasia ha aggiunto: “L’inchiesta della procura dirà della tempestività dei soccorsi e dell’assistenza prestata”.

Il commento di Luisa Regimenti

“Gli ultimi decessi avvenuti a Rebibbia, segnalati dal Garante dei detenuti Stefano Anastasia, accendono, ancora una volta, i riflettori sulle condizioni delle strutture carcerarie. Il potenziamento dell’assistenza sanitaria, così come i progetti per il reinserimento sociale e per garantire il diritto allo studio, saranno temi al centro del tavolo interassessorile convocato in Regione Lazio per il 29 febbraio. Per la Giunta guidata da Francesco Rocca garantire la dignità dei detenuti e buone condizioni di lavoro per la polizia penitenziaria e gli operatori è una priorità”. Così Luisa Regimenti, assessore al Personale, alla Sicurezza urbana, alla Polizia locale e agli Enti Locali della Regione Lazio.

“Il carcere non può essere un luogo di abbandono e di sofferenza, ma deve essere un posto nel quale vi sia la possibilità di trovare la strada per ricominciare una nuova vita. L’attenzione sui detenuti dev’essere a 360 gradi e deve riguardare ogni ambito della detenzione, compresa la promozione della salute. Al di là del caso specifico, c’è il tema dei suicidi che anche quest’anno continuano senza sosta in tutta Italia. Siamo al lavoro in Regione Lazio per questa battaglia di civiltà” conclude Regimenti.

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