Reno de Medici, la politica si mobilita contro la chiusura. Rossi: “Fallimento di tutti”

L'onorevole: "300 posti di lavoro rischiano di andare in fumo e la provincia di Frosinone sta per perdere un altro asset importante"

“La questione Reno de Medici testimonia, se mai ce ne fosse stato bisogno, il progressivo processo involutivo del nostro tessuto industriale. Oggi si moltiplicano gli appelli da più parti, qualcuno deposita interrogazioni, ma mi sembrano, francamente, tentativi tardivi e un po’ patetici. Ci si doveva muovere prima. Il caso Catalent, purtroppo, non ha insegnato alcunché. Certa politica e gli enti continuano ad essere lontani dalla realtà e a non saper dare le risposte che l’economia e i cittadini chiedono. La dura realtà è che 300 posti di lavoro rischiano di andare in fumo e che la provincia di Frosinone sta per perdere un altro asset importante. Ma la cosa più preoccupante è che, da una parte, mentre un’azienda, la Reno de Medici, scriveva per avere un’autorizzazione per continuare a svolgere la propria attività in maniera competitiva agli enti preposti, dall’altra c’era soltanto chi si preoccupava delle poltrone negli intermedi e a distribuire incarichi”. – Questa la presa di posizione dell’onorevole Maria Veronica Rossi, deputato della Lega al Parlamento europeo.

“Il quadro non è idilliaco, se poi si pensa che Stellantis sta riducendo il proprio impegno e che il depauperamento industriale sembra irreversibile. A ciò, poi, aggiungiamo, il fatto che sul Sin non si sono fatti passi avanti e che sarebbe più facile far passare un cammello per la cruna di un ago piuttosto che vedere realizzata la tanto agognata bonifica. Non so se ci siano margini per recuperare la situazione della Reno de Medici. Io personalmente cercherò di impegnarmi per quanto di mia competenza, ma se non vogliamo che la Ciociaria venga condannata alla mediocrità è necessario iniziare a lavorare per la gente e a dare risposte e non solo a esibire i pennacchi in giro”.

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