“Sanità in affanno”, sindacati sulle barricate. La Regione replica: “Assunte 700 unità in 4 mesi”

La Giunta della Regione Lazio replica ai sindacati Cgil, Cisl e Uil: "Aumentano gli assunti e diminuiscono i precari"

“Con l’amministrazione Rocca sono aumentati gli assunti e sono diminuiti i precari: nei primi quattro mesi di governo sono state assunte 700 persone fra medici e professionisti sanitari. Infatti, la Regione Lazio ha autorizzato le procedure di assunzione e di stabilizzazione del personale idoneo dalle graduatorie e dagli avvisi pubblici”. – Così la Giunta della Regione Lazio replica ai sindacati Cgil, Cisl e Uil.

“I numeri non mentono mai: il personale sanitario a tempo determinato è diminuito di circa 500 unità, mentre il personale sanitario a tempo indeterminato è aumentato di 528 unità. Nonostante la pesante eredità su cui c’è stato un profondo letargo, l’amministrazione Rocca ha contenuto i limiti di spesa. Il monitoraggio delle assunzioni è stato istituito a garanzia della sanità regionale, favorendo – in linea con le procedure in programma nelle altre Aziende ospedaliere e nelle Asl locali – l’internalizzazione dei servizi volta al rafforzamento del comparto pubblico, come avvenuto al Policlinico Umberto I, dove si stanno progressivamente diminuendo le esternalizzazioni a seguito delle assunzioni di personale vincitore di concorso”. – Prosegue la Giunta.

“L’amministrazione Rocca ha scongiurato la paralisi delle attività nei pronto soccorso, stanziando le risorse regionali aggiuntive per la dirigenza medica e garantendo il funzionamento delle emergenze territoriali, sofferenti delle carenze organiche a livello nazionale. Nell’ambito della pianificazione della sanità del presente e del futuro, la Regione Lazio ha proposto al ministero dell’Istruzione un ingente finanziamento per le borse di studio a favore della medicina di emergenza-urgenza e interna. In questi pochi mesi di governo è stata programmata, inoltre, una nuova piattaforma regionale del Recup che garantirà la gestione unitaria delle prestazioni sanitarie pubbliche e private dal primo gennaio 2024, ampliando l’offerta sul territorio per abbattere le liste di attesa. Il lavoro da fare è enorme, in una Regione in cui negli ultimi dieci anni – e nel silenzio di molti – la sanità ha sofferto di carenze strutturali e mancata programmazione di cui la nuova amministrazione si è fatta carico. Non c’è pertanto bisogno di tardivi comunicati stampa, ma di un dialogo sereno e costruttivo”.

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