Sanità, piano per la gestione del sovraffollamento in pronto soccorso: “Tutto da rifare”

UGL Salute Frosinone attacca duramente le scelte fatte dalla Regione in tema di ospedali. E si rivolge anche al Dg Asl

“La Regione Lazio detta il piano per la gestione del flusso di ricovero e del sovraffollamento in pronto soccorso (Determinazione 18 novembre 2022, n. G15959) la AUSL di Frosinone ovviamente esegue, ma con quali risultati ci chiediamo!!!” – Inizia così l’affondo di Rosa Roccatani, UGL Salute Frosinone.

La nota di UGL Salute Frosinone

“Dunque spettabile Direzione della Salute e Integrazione Socio Sanitaria nella persona dell’Assessore D’Amato è il caso di rammentare che: negli anni 2001/2004, Presidente della Regione Lazio Francesco Storace, la sanità provinciale occupava un numero di dipendenti pari a 5.356 (di cui 419 ruolo amministrativo), con una dotazione organica approvata dalla Regione Lazio di 6.232 e un numero di posti letto per acuti pari a 1.445 + 278 privati accreditati, per un complessivo di 1.723 posti letto. La sanità provinciale resta pressoché invariata fino all’anno 2010, giunge l’anno 2011 Presidente della Regione Lazio Renata Polverini, che sopprime circa 8 presidi ospedalieri e dall’atto aziendale del 2011 rileviamo che i posti letto per acuti nel pubblico si riducono a 1.018 che continueranno a ridursi, così come si riduce il personale in 4.326 unità, numeri che presumibilmente continueranno a scendere con il tempo”.

“Anno 2013 – prosegue la nota di UGL Salute – Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, come primo atto abolisce le tanto contestate Macroaree, ma il declino della sanità ciociara continua, tant’è che, dall’Atto Aziendale 2014/2016 approvato nel 2017, si rileva che i posti letto pubblici per acuti passano da 1.018 del 2011 a 863 + 99 privati accreditati per un complessivo di 962. Ovviamente, frutto riconducibile alla disattivazione dei presidi ospedalieri operata dal precedente Presidente della Regione Lazio, ma è da chiedersi, cosa è cambiato con la Giunta presieduta dal Presidente Zingaretti, che vantava un rilancio della sanità provinciale con l’abolizione delle Macroaree? Assolutamente nulla”.

“Siamo al 2020/2022 e dalla modifica dell’Atto Aziendale non siamo in grado di riportare il numero di posti letto, tantomeno la consistenza della dotazione organica, atteso che i successivi Atti Aziendali omettono di riportare, sia il numero dei Posti Letto pubblici, sia il numero del personale dipendente, rileviamo però dal recente piano Aziendale per la gestione del flusso di ricovero e del sovraffollamento in pronto soccorso (DELIBERA N.1060 e allegati del 30.12.2022), che i posti letto pubblici per pazienti acuti occupabili sono ridotti a n.647, mentre i posti letto privati accreditati sono complessivamente n.501 senza distinzione alcuna tra posti letto per acuti e posti letto post acuzie, escluso le case di cura Villa Letizia e Sant’Elisabetta 2 ed altri, che comunque non occupano posti letto per acuti.

Allo stato dei fatti dunque, si registra un incremento di posti letto di lunga degenza – RSA etc… e una drastica riduzione dei posti letto per acuti. Tant’è che a fronte di 1.420 posti previsti per il numero di abitanti, secondo quanto riportato nel piano aziendale, ne sono occupabili appena 647, causa mancanza di posti letto e carenza cronica di personale. Ed allora ill.mo Assessore D’Amato, davanti a un quadro del genere com’è possibile smaltire il sovraffollamento dei pronto soccorsi se non attraverso la mobilità passiva? Dica Assessore D’Amato oltre alle incommensurabili esternalizzazione dei servizi con maggior costi e minore afficacia/efficienza, che hanno avuto il solo previlegio di generare di fatto un esercito di nuovi lavoratori poveri, cos’è cambiato per la sanità ciociara in termini di emergenza/urgenza se non la tragica riduzione di Posti Letto e sovraffollamento dei pronto soccorsi? Inoltre, visto i costi esorbitanti assorbiti dalle ditte esterne: pulizie sanificazione – servizi di ausiliariato  – servizio mensa – lavanderia – informatica –  consulenze esterne a partita IVA e chi ne ha più ne metta, è tempo di dare attuazione alla tanto esultata reinternalizzazione dei servizi le pare?”.

L’attacco al direttore generale Asl

“Al direttore Generale che a mezzo stampa annuncia: “L’ospedale “Spaziani” di Frosinone si rafforza con nuovi servizi – e migliora quelli esistenti – e procede a grandi falcate verso il riconoscimento del Dea di secondo livello”;

Ed ancora: con l’approvazione della determina della direzione regionale “Salute e integrazione sociosanitaria” per le modifiche parziali dell’atto aziendale della Asl. Oggi la realizzazione di quella che soltanto pochi anni fa poteva sembrare una chimera per la sanità ciociara è sempre più tangibile”. La scrivente UGL Salute ricorda al Direttore Generale che secondo i DCA Regionali la dotazione organica di un Pronto soccorso di un Dea di I° livello necessità di 9 dirigenti medici per 25 mila accessi l’anno con l’aggiunta di una unità per ogni ulteriore esubero di 4.000 accessi fino al limite di 50.000, il cui Team dovrebbe essere formato da un medico internista – un chirurgo e un ortopedico traumatologo cosa che non si riscontra nei pronto soccorsi della provincia, ma addirittura nell’intero ospedale di Frosinone non c’è presenza di traumatologi. Ed  ancora, un Dea di 2° livello richiede un’equipe medica composta da un medico internista; un medico chirurgo; un medico ortopedico traumatologo; un medico cardiologo; un medico rianimatore che per l’ospedale di Frosinone resta un sogno. Motivo per cui fermo restante l’innegabile decimazione dei posti letto e la cronica carenza di personale di tutte le professioni non ci sono percorsi che possano modificare l’attuale disastrato assetto, se quello di assumere personale e ampliare il numero di posti letto, che allo stato sono meno del 50% di quelli previsti (647 piuttosto che 1.420).

Ed allora, basta con le annunciazioni. I cittadini contribuenti hanno il diritto di essere accolti decorosamente, i lavoratori tutti, stressati malpagati con carichi di lavoro e turni di servizi intollerabili, con responsabilità a-iosa finanche penali, sono stanchi. Infine, vale rammentare alle ill.me istituzioni governative che avere un congiunto ricoverato oltre i confini ha un costo per i parenti e la stragrande maggioranza dei cittadini che pagano con le proprie tasche il servizio sanitario non può permettersi!!!”. Conclude Rosa Roccatani di UGL salute Frosinone.

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