Saxa Gres Roccasecca: cinque anni di rassicurazioni e nodi irrisolti su debito, stipendi arretrati e ammortizzatori sociali

Due incontri al Mimit per il progetto dell'imprenditore Francesco Borgomeo che ha annunciato d'aver passato la mano a Xeta Investements

L’operazione finanziaria è del valore di circa 200milioni di euro, a riempirla fino ad oggi – dopo gli investimenti per ristrutturazione non terminati nel sito di Roccasecca – solo le rassicurazioni dell’imprenditore Francesco Borgomeo. Il ritornello è che i debiti saranno saldati, che i lavoratori riceveranno gli arretrati e che il sito ex Ideal Standard riprenderà la produzione di piastrelle in gres porcellanato da esterni. Ma se uno dovesse aggrapparsi a qualche maniglia per uscire dall’indeterminatezza, e parliamo delle banche e dei lavoratori soprattutto, non c’è possibilità di far entrare uno spiraglio di luce. Manco quando si va a parlare davanti al Ministero del Made in Italy si vedono prospettive in qualche misura delineate. Il tutto al di là delle notizie che, come al solito, vengono fatte trapelare con la nota abilità e solerzia. Lasciando perdere lo scrupolo che sarebbe necessario nel maneggiare informazioni che vanno a finire dritte in faccia a padri e madri esasperati da 5 anni di cassa integrazione.

Al Mimit presentato il nuovo socio, il 30 ottobre altri dettagli (si spera)

Il prossimo confronto è stato già fissato al Mimit per il 30 ottobre. Nelle scorse ore ce ne è già stato uno “preparatorio” per analizzare lo stato di avanzamento del progetto di rilancio industriale del gruppo Saxa Gres che, dopo la cessione del ramo d’azienda di Anagni alla Dr Automobiles, sostiene di lavorare alla ripresa della produzione del sito di Roccasecca e al rafforzamento di Gualdo Tadino. Ma questa storia industriale piena di promesse senza sbocchi concreti va ormai avanti dai tempi del Covid e nessuno dei protagonisti istituzionali e sociali si azzarda a fare previsioni o a dire che, in effetti, il peggio è passato. I più restano ad un altro adagio: meglio il “piuttosto” che il “niente”. Visto che il panorama economico – specie del Cassinate – resta monopolizzato da polvere e macerie prodotte dai francesi di Stellantis (e dagli Elkann). Insomma non è che ci siano in giro altre occasioni occupazionali da sfruttare.

Gli obbligazionisti i principali debitori in un’operazione da 200 milioni di euro

Saxa Gres è in concordato preventivo. Ci sono creditori che attendono di capire quando potranno ottenere i loro soldi: lavoratori, banche e titolari del prestito obbligazionario Grestone Bond a Tasso Fisso con cedola variabile eventuale – Scadenza 2027 (ISIN: IT0005418436), e del prestito obbligazionario Grestone Bond a Tasso Fisso – Scadenza 2023 (ISIN: IT0005339194). L’assemblea degli obbligazionisti – convocata lo scorso marzo – ha preso atto dell’informativa sul piano industriale 2025-2030, manovra di ristrutturazione (e relative procedure), strumenti finanziari a supporto, modalità di adesione; e votato la “deroga alle Previsioni del Regolamento del Prestito al fine di prevedere, nell’ambito della manovra di ristrutturazione e relative procedure, una restrizione dell’ipoteca che insiste su taluni assets non più funzionali al piano industriale e oggetto di dismissione anche al fine del reperimento della finanza ponte per arrivare all’omologa/approvazione giudiziaria/approvazione definitiva della manovra stessa e all’attivazione della finanza raccolta mediante gli strumenti finanziari a supporto”.

Passaggio di quote e nuovo assetto societario entro una settimana

Per farla semplice Saxa Gres ha ceduto lo stabilimento di Anagni e incassato i soldi dell’acquirente Dr Automobiles. Una somma che dovrebbe andare a finanziare il piano di rilancio di cui si occuperà la nuova proprietà Saxa. Al Mimit, infatti, Borgomeo ha annunciato che Xeta Investements, società legata alla britannica Anchorage, in qualità di nuovo socio, intende apportare forze fresche, aumentando la capacità economica. Parliamo di 15-20 milioni di euro destinati a sommarsi all’introito Dr per far finalmente partire la produzione del Gres. “Su Roccasecca – ha spiegato il dirigente del gruppo dott. Davide Cognolato al Mimit – ci sono investimenti da fare, sciogliere il nodo del concordato, e prima della ripartenza è previsto un periodo consistente di transizione, durante il quale i dipendenti saranno sostenuti da ammortizzatori sociali. Stiamo lavorando sul piano industriale che punti alla continuità dell’attività produttiva e il mantenimento dei livelli occupazionali”. Entro una settimana, s’è detto, ci sarà il passaggio delle quote e il nuovo assetto societario eleggerà la propria dirigenza.

Le mani subito avanti: ci sarà un periodo consistente di transizione

Altra acqua, insomma, è destinata a passare soto ai ponti prima che i 210 lavoratori in speranzosa attesa possano godersi la conclusione dalla telenovela. L’Ugl Chimici, presente al Mimit con il vice segretario nazionale Enzo Valente, il segretario provinciale di Frosinone Marco Colasanti e il segretario dell’UTL Frosinone Angelo Paniccia, ha commentato: “Ci viene presentata l’ennesima novità che riguarda la vertenza. Auspichiamo che possa avere gli stessi effetti positivi dell’operazione effettuata sullo stabilimento di Anagni dove si sta dando vita ad un percorso virtuoso. Con l’arrivo di nuovi investitori ci auguriamo che anche lo stabilimento di Saxa Gres di Roccasecca possa trovare la strada maestra per la ripartenza della produzione. Ci sono tanti ostacoli da superare ma apprendiamo con favore l’ingresso del nuovo investitore. Chiediamo che venga mantenuto questo tavolo e che ne vengano aperti altri sui territori per poter seguire il percorso da vicino. Ci sono molte questioni da governare a cominciare da quello degli ammortizzatori sociali per i lavoratori del gruppo”.

L’Ugl: risposte sugli ammortizzatori sociali. I confederali: ora il piano industriale

Quanto ai confederali, Filctem, Femca, Uiltec hanno sottolineato l’urgenza di un piano industriale e chiesto chiarimenti sulla riorganizzazione dell’attività produttiva del sito umbro e la ripresa di quello laziale: “Le lavoratrici e i lavoratori dei due stabilimenti – hanno affermato – devono essere informati sull’avanzamento del progetto e avere, entro la data fissata, un quadro preciso che definisca meglio tutti i passaggi dell’operazione. Non è stato ancora sciolto il nodo cruciale dei costi energetici, è ancora presente un’esposizione finanziaria importante e vanno chiariti alcuni aspetti economici relativi alle spettanze salariali arretrate e all’uso degli ammortizzatori sociali. Vigileremo sul mantenimento degli impegni dichiarati dalla nuova proprietà al tavolo, per troppo tempo le aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori di Saxa Gres sono state tradite, è tempo di azioni realmente concrete che garantiscano il loro futuro”.

Resta da vedere se la nuova proprietà passerà finalmente dalle parole ai fatti. Risolvendo, prioritariamente, i problemi della parte più esposta: quella che attende arretrati salariali e uso degli ammortizzatori sociali. Quella per la quale pure fare la spesa è una “corsa all’euro”, per non parlare delle spese per i figli diventate una missione impossibile.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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