Serie B – Settimana ad alta tensione per il Brescia Calcio, atteso giovedì 29 maggio da un appuntamento che potrebbe segnare in modo netto il futuro del club. Di fronte al Tribunale Federale Nazionale, infatti, si discuterà l’udienza relativa alle presunte irregolarità nei versamenti contributivi da parte della società biancazzurra nei mesi di febbraio e aprile, con particolare riferimento a IRPEF e INPS.
Secondo l’impianto accusatorio, la gestione del presidente Massimo Cellino avrebbe omesso o ritardato adempimenti fiscali obbligatori. Qualora tali addebiti venissero confermati, le sanzioni previste dal regolamento federale sono pesantissime: si parla di otto punti di penalizzazione complessivi, di cui quattro da applicare alla stagione in corso e altri quattro al campionato 2025/2026.
Uno scenario che avrebbe effetti devastanti: il Brescia, attualmente salvo sul campo dopo una stagione difficile, scivolerebbe direttamente in Serie C, vanificando gli sforzi compiuti da squadra e staff tecnico.
La linea difensiva: buona fede e comunicazioni tardive
Consapevoli della delicatezza del caso, i legali che rappresentano la società lombarda stanno costruendo un impianto difensivo volto a dimostrare la buona fede del club, secondo quanto trapela da diverse fonti vicino la società. Punto cardine della linea difensiva è il fatto che la prima comunicazione formale circa una possibile posizione irregolare sarebbe arrivata soltanto il 9 maggio, troppo a ridosso della chiusura del campionato per consentire una gestione consapevole della contestazione.
L’obiettivo dichiarato della difesa è duplice: escludere la responsabilità diretta o dimostrare l’assenza di dolo, e qualora fosse inevitabile una sanzione, ottenere lo slittamento delle eventuali penalizzazioni alla prossima stagione, così da preservare il risultato sportivo maturato sul campo.
Una battaglia che va oltre il campo
L’udienza del 29 maggio rappresenta, a tutti gli effetti, uno snodo cruciale nella vicenda che coinvolge il Brescia ma non solo, perché alla finestra attendono anche il Frosinone, la Salernitana e (soprattutto) la Sampdoria. Non si tratta solo di giustizia sportiva, ma della credibilità di un’intera annata, in un momento in cui l’intero sistema calcistico italiano vive una fase di forte instabilità tra ricorsi, rinvii e classifiche ancora da riscrivere.
A preoccupare, inoltre, è il possibile effetto domino che una retrocessione a tavolino potrebbe innescare: si complicherebbero ulteriormente le operazioni legate alla cessione del club, attualmente oggetto di trattative riservate, e si aprirebbe un contenzioso sportivo e mediatico dall’esito imprevedibile.
Con la scadenza del 6 giugno già fissata dalla FIGC per regolarizzare i conti e presentare la domanda di iscrizione alla prossima Serie B, il Brescia si gioca tutto nell’arco di pochi giorni. Tra aule di tribunale, silenzi societari e trattative in corso, il destino delle Rondinelle resta in bilico. La speranza, per i tifosi e per chi lavora nel club, è che la giustizia riconosca quanto ottenuto sul campo. Ma il verdetto di giovedì potrebbe cambiare tutto.
Le parole del ministro Abodi
Il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, secondo quanto riportato dal Sole 24 ore, ha dichiarato in merito alla vicenda: “Ci confronteremo con la federazione lasciando alla federazione quel che è possibile lasciare all’autonomia federale. Non siamo vogliosi di intervenire legislativamente. Questo succederà solo e soltanto se non si troveranno delle regole interne che eviteranno quello che sta succedendo, che mina la certezza del risultato sportivo. Condivido la scelta prudente da parte della Lega di Serie B, perché ritengo sarebbe stato peggio chiudere la graduatoria, celebrare i playout e poi magari avere un riscontro dato dalla giustizia sportiva in contraddizione”.
La nota della Lega B
Discusso in Consiglio federale – LEGGI QUI – il tema del rinvio delle gare di playout del campionato Serie BKT in considerazione della vicenda che vede coinvolta la società Brescia. Il presidente federale ha ragguagliato i consiglieri sui fatti che hanno determinato il rinvio, condividendo le motivazioni e la correttezza dell’operato della Lega.
Posizione comune anche sulla decisione di attendere l’esaurimento dei gradi di giudizio endofederale e di valutare l’individuazione delle date dei playout il 15 e 20 giugno, tenuto conto da un lato del rispetto della finestra FIFA per il rilascio degli atleti (2-10 giugno) e dall’altro del nuovo termine di ammissione ai campionati concesso alle quattro squadre potenzialmente coinvolte, differito al 24 giugno.
“Ringrazio il Presidente Gravina e tutti i consiglieri per aver condiviso oggi il percorso intrapreso – ha dichiarato il Presidente della Lega B Paolo Bedin -. Quanto emerso in Consiglio Federale è coerente con la linea sinora adottata e avallata anche dal nostro Consiglio Direttivo venerdì scorso. Ora attendiamo i pronunciamenti della giustizia sportiva per la definizione finale della competizione”.
La Serie B che verrà
In attesa di capire cosa ne sarà del Brescia, il mosaico della Serie B 2025/26 si va componendo. Le promosse dalla C – Entella, Avellino e Padova – si uniscono alle retrocesse dalla massima serie (Monza, Venezia ed Empoli) e a un gruppo consolidato di partecipanti come Palermo, Cesena, Juve Stabia, Catanzaro, Bari, Modena e Sudtirol.
In bilico restano Spezia e Cremonese, che si contendono l’ultimo slot per la Serie A attraverso la finale playoff. Dall’altra parte, per i playoff di Serie C, si giocano il salto Audace Cerignola, Vicenza, Ternana e Pescara.
Poi c’è la vicenda che tiene in stallo il calendario: la riscrittura della classifica cadetta dopo il secondo grado di giudizio, che potrebbe sancire la retrocessione di due tra Frosinone, Sampdoria, Salernitana e lo stesso Brescia. Il format resta, per ora, a 20 squadre. Ma il margine di incertezza è massimo.