Nel Lazio il 2022 si è chiuso con 70 incidenti mortali sul lavoro, esclusi quelli in itinere, pari all’8,9 per cento del totale degli infortuni registrati dall’Inail nello stesso periodo. La provincia di Frosinone, in particolare, con 14 infortuni mortali, su un bacino di occupati di poco superiore a 168 mila unità, si posiziona al sesto posto a livello nazionale, con un’incidenza pari all’83,2 per cento
“Il fenomeno degli infortuni mortali sul lavoro nella Regione Lazio è ad alti livelli di guardia e non può essere assolutamente sottovalutato”. Ha affermato Paolo Capone, Segretario Generale UGL, durante la conferenza stampa servita per presentare “La sicurezza è il tuo futuro”, lo studio realizzato dal sindacato sulla base di dati Inail.
“Considerando gli occupati, che sono oltre 2,2 milioni, il Lazio, con una incidenza di 31,7 accadimenti per milione di occupati – ha aggiunto Capone – è al quindicesimo posto. Tuttavia è guardando alle province che si evidenziano situazioni di fortissima criticità sulle quali è fondamentale intervenire. Roma e provincia sono al primo posto per valori assoluti, con 46 infortuni mortali; soltanto per l’alto numero di occupati (oltre 1,7 milioni) l’incidenza scende a 26,7. La provincia di Frosinone, con 14 infortuni mortali su un bacino di occupati di poco superiore a 168 mila unità, è addirittura al sesto posto nazionale, con una incidenza pari all’83,2. Anche Latina si posiziona, purtroppo, nella prima metà della graduatoria, con il 43° posto, un’incidenza di quasi 4 punti superiore alla media nazionale (38,8 contro 35). Rieti e, soprattutto, Viterbo sono in coda alla graduatoria, rispettivamente all’83° e al 93° posto”.
“Occorre – conclude il sindacalista – un deciso impegno delle Regioni, per quanto di loro competenza, a iniziare da un rafforzamento dei controlli a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, anche attraverso il coinvolgimento degli enti locali, fondamentali per intercettare il lavoro sommerso nel commercio, nell’edilizia e nell’agricoltura”.