Sin Valle del Sacco, Mattia interpella il Ministro: chiesta una riperimetrazione

In considerazione della positività dei dati emersi dopo le rilevazioni di ARPA, l'onorevole FdI chiede di ridurre le aree del SIN

L’On. Aldo Mattia, capogruppo di FdI alla Commissione Ambiente della Camera dei deputati, ha presentato un’interpellanza al Ministro dell’Ambiente per sapere se intenda procedere ad una riperimetrazione riduttiva delle aree del SIN della Valle del Sacco, in considerazione della positività dei dati emersi dopo le rilevazioni di ARPA e per ripristinare e rilanciare opportunità di impiego e di sviluppo agricolo e industriale nel territorio.

“Questo è un tema – ha dichiarato l’On.le Mattia – che non mollerò fin quando, nel rispetto delle esigenze di tutela ambientale, non si porrà la parola fine alle tematiche tecnico/politiche che limitano la vita di famiglie e imprese lungo il territorio dei paesi vincolati nell’area SIN”.

L’interpellanza

Da una parte, l’interpellanza fa presente che “dai risultati di ARPA Lazio sulle acque sotterranee, non c’è rischio di inquinamento diffuso, con esclusione di sporadici superamenti dei limiti non attribuibili ai marker di contaminazione specifici del SIN; le attività di monitoraggio di approfondimento stanno procedendo nei tempi previsti; sono stati avviati 8 interventi puntuali su siti industriali per lo smaltimento di rifiuti e amianto; il sito dell’ex discarica di Frosinone, Le Lame, è in corso di bonifica; la Caratterizzazione delle aree agricole ripariali, ha elaborato dati utilizzando un approccio integrato di caratterizzazione di suoli, vegetali, prodotti di origine animale, con un campionamento del 60% del totale”. E, in definitiva, “non sono emerse criticità, salvo alcune occasionali presenze di sostanze contaminanti appena superiori ai limiti di rilevabilità strumentali”.

D’altra parte, “le imprese che intendono investire sul territorio o che erano già in attività prima dell’emergenza socio-economico-ambientale, non riescono a superare ostacoli insormontabili per ottenere i titoli autorizzatori o il rinnovo degli stessi e sostengono ingenti costi di gestione subendo i lentissimi tempi burocratici e si ritrovano in una condizione di maggiore difficoltà e minore competitività, rispetto alle aziende concorrenti fuori dal SIN”.                                            

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