Sora – Per un errore dell’ufficio comunale una cittadina deve avere circa 1.200 euro da quasi quattro anni. L’odissea della signora, residente in città, è iniziata nel 2018 quando ha deciso di vendere una proprietà in suo possesso ma, prima di poter mettere sul mercato la casa, ha dovuto pagare l’affrancazione in quanto la struttura, a suo tempo, era stata costruita su un terreno comunale. Per avviare la pratica, la stessa si è rivolta presso l’ufficio comunale preposto.
Piuttosto lunghe le tempistiche impiegate per quantificare la cifra di questo “svincolo”, un’attesa di mesi e mesi che la donna ha affrontato con pazienza e comprensione. Una volta che le è stata indicata la somma, l’utente ha immediatamente onorato gli oltre 11mila euro per “liberare” l’abitazione da qualsiasi riserva. Da lì a poco la donna è poi venuta a conoscenza di una sentenza della Corte dei Conti che, in definitiva, ridimensionava le aliquote relative all’affrancazione: la cifra, già versata, dunque, sarebbe dovuta essere inferiore. A fronte di tale “novità”, sono arrivate le scuse dell’ufficio comunale che aveva assicurato alla cittadina il rimborso della differenza, non appena avrebbe provveduto a rifare i calcoli. Ma, dal quel giorno, sono ormai passati quattro anni. Al quinto la pratica andrebbe in prescrizione.
La residente si è dovuta rivolgere anche ad un avvocato che curasse i suoi interessi, ovviamente affrontando le relative spese di istruttoria. È dal 2019 che, stando al racconto della donna, nessuno riesce a mettersi sul fascicolo per risolvere l’increscioso “equivoco”…e la signora sta ancora subendo l’attesa di un rimborso che tarda ad arrivare. A giugno dell’anno scorso ha fatto appello al sindaco Luca Di Stefano affinché sollecitasse l’ufficio dell’ente che amministra a provvedere in tal senso: il primo cittadino si è subito messo a disposizione ma non sono arrivate risposte e, così, sono passati altri 14 mesi. Nel frattempo, sarebbe emerso che la signora non sia la sola in attesa di essere rimborsata per i medesimi calcoli errati.
La questione dovrà essere portata in Consiglio Comunale ma, di fatto, sembrerebbe che l’ufficio non abbia ancora istruito nessuna pratica. La nostra redazione, nel riportare la segnalazione della cittadina esasperata, resta a disposizione per eventuali chiarimenti da parte dei soggetti interessati. – Di Sara Pacitto