Sora – Risse tra baby gang rivali e spaccio: un allarme sicurezza da non sottovalutare

Ieri pomeriggio l’ennesima rissa tra giovanissimi extracomunitari. Occorre intervenire e non minimizzare il pericoloso fenomeno

Sora – Baby gang, risse e spaccio. È la triste fotografia che arriva dal cuore della città volsca. Ieri pomeriggio l’ultimo episodio in ordine di tempo. Un gruppo di ragazzini, tra minorenni e poco più che maggiorenni, sembrerebbe extracomunitari ospiti di una casa famiglia della zona, dopo un’accesa discussione è passato ai fatti. Calci e pugni davanti alle attività commerciali di Corso Volsci. Una violenza durata pochi minuti, poi si sono dileguati temendo che qualcuno allertasse le Forze dell’Ordine. 

Non è la prima volta che accade. I precedenti negli ultimi mesi sono stati numerosi e sempre più frequenti. In diverse circostanze sono arrivati i Carabinieri o la Polizia. Animi sedati, in attesa della rissa successiva. Qualcuno, durante i recenti controlli, sarebbe stato trovato in possesso di droga ma in quantitativi irrisori. Sì, perché i baby pusher si sono organizzati e chi piazza lo stupefacente cede una dose per volta così, in caso di blitz delle Forze dell’Ordine, la stessa viene ritenuta “per uso personale”, con conseguenze ben diverse a livello legale rispetto a quelle derivanti dall’accusa di detenzione ai fini di spaccio.

C’è chi parla di due gruppi rivali che si fronteggerebbero proprio per la gestione dello spaccio di droga. Spaccio che, a dire di commercianti e residenti della zona, avverrebbe alla luce del giorno, senza ormai alcuna remora, da parte di gruppetti di extracomunitari ai quali, recentemente, si sarebbero unite ragazzine residenti in città. Una circostanza che rende ancor più grave un problema che ha ormai raggiunto livelli non più tollerabili. 

Stando alle testimonianze di chi la zona la vive quotidianamente ed osserva impotente ciò che accade, lo spaccio tra giovanissimi avverrebbe davanti la Chiesa di Santa Restituta. I pusher comunicherebbero tra loro con dei fischi, segnali in codice per annunciare l’arrivo della droga, di “clienti” o delle “guardie”. 

Più volte residenti commercianti e cittadini hanno richiesto l’intervento delle Forze dell’Ordine. In altre circostanze ci sono stati blitz di Carabinieri o Polizia. Nei fine settimana scorsi i controlli sono stati rafforzati con un presidio costante proprio su piazza Santa Restituta. I mezzi dei militari dell’Arma posteggiati davanti al portone di quella Chiesa, come a voler dare un segnale, non sono però bastati. I giovanissimi spacciatori si allontanano per qualche ora, poi tornano a prendere possesso della loro “piazza”. E giù di risse, anche a colpi di bottiglie di vetro, come testimoniano alcuni ragazzi che, qualche settimana fa, hanno assistito ad uno dei tanti episodi di violenza. Ed allora appare chiaro che qualcosa non stia funzionando. 

Le telecamere di video sorveglianza non bastano 

Stride con la rissa di ieri il messaggio del sindaco Luca Di Stefano che ha annunciato il termine dei lavori di installazione delle prime 17 telecamere per la video sorveglianza: “Abbiamo cominciato con le vie centrali dedicate al passaggio, ai momenti da trascorrere con la famiglia e gli amici. Un centro operativo sempre attivo per assicurare la tranquillità dei cittadini” – Parole pronunciate poche ore prima dell’ennesimo episodio di violenza.

Ben vengano le telecamere se servono a documentare ciò che accade, ben vengano i controlli, i blitz, i sequestri. Ma evidentemente occorre dare un segnale più forte, agire in maniera più radicale per arginare il fenomeno prima che sfugga definitivamente al controllo. Non si può più aspettare o minimizzare. I recenti fatti di cronaca che hanno sconvolto la nostra provincia raccontano di un ragazzino morto ammazzato con un colpo di pistola, a soli 19 anni. Prima di quel tragico agguato, costato la vita a Thomas Bricca, ad Alatri c’erano state diverse risse. Nulla o poco è stato fatto per evitare un così tragico epilogo. Non possiamo già dimenticarcene, non possiamo pensare che a Sora non possa accadere. In città c’è un allarme sicurezza evidente. Sarebbe il caso di prenderne atto ed intervenire. La tragedia di Alatri dovrebbe aver insegnato che lasciar correre non è la soluzione. 

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Roberta Di Pucchio
Roberta Di Pucchio
Giornalista pubblicista

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