Spari contro il Caffè Minotti, in carcere i due autori dell’attentato

All’alba di ieri il blitz dei Carabinieri: in carcere i due rom accusati di aver sparato contro il locale gremito di clienti ad agosto scorso

Oltre due mesi di indagini serrate per scrivere la parola “fine” a un episodio che aveva gettato allarme e sconcerto su Frosinone. All’alba di ieri mattina, i Carabinieri della Compagnia di Frosinone hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Elvis De Silvia e Antony Spada, detto Tony, 36 e 29 anni, di etnia rom, ritenuti i responsabili della sparatoria contro le vetrate del Bar Minotti, avvenuta nella notte del 29 agosto 2025.

Il provvedimento è stato emesso dal GIP del Tribunale di Frosinone su richiesta della Procura della Repubblica.

Il raid armato: colpi esplosi tra la folla

Secondo la ricostruzione investigativa, era circa l’1:40 quando uno scooter, lanciato a tutta velocità, è passato davanti al Bar Minotti aprendo il fuoco contro le vetrine esterne.

Almeno tre colpi d’arma da fuoco hanno raggiunto le superfici in vetro mentre, sul marciapiede, si trovavano ancora numerosi avventori appena usciti da una serata musicale. Un gesto pericolosissimo, che solo per una serie di fortunate coincidenze non si è trasformato in una tragedia.

Un caso complesso: testimoni, telecamere e il segnale del braccialetto elettronico

Il lavoro degli investigatori del Nucleo Operativo e Radiomobile è stato meticoloso. Le indagini hanno incluso tra l’altro l’escussione di numerosi testimoni, la visione delle immagini delle telecamere del locale e del sistema comunale “Frosinone Sicura”. Fondamentale l’analisi dei percorsi GPS del braccialetto elettronico indossato da uno degli indagati con il tracciamento eseguito dalla Sala operativa della Questura e dagli agenti della Squadra Volanti – UPGSP di Frosinone. Un tassello dopo l’altro, il quadro è diventato sempre più chiaro.

Il movente: un alterco degenerato

Gli spari, secondo gli investigatori, non sarebbero stati un gesto casuale. Solo due ore prima, i due indagati avrebbero avuto un pesante alterco con un terzo individuo all’esterno del locale. Un comportamento aggressivo che aveva portato gli addetti alla sicurezza ad allontanarli.

Un affronto che, per i due, avrebbe richiesto una “risposta”. Così sarebbero tornati una prima volta per controllare la situazione e poi una seconda, a bordo dello scooter, per realizzare quella che appare come una “stesa”, una dinamica conosciuta in altre realtà criminali.

Le prove raccolte sul posto e le indagini

I Carabinieri, arrivati immediatamente dopo il raid, hanno repertato due bossoli calibro 7.65 mm, frammenti di ogiva e fori d’impatto collocati tra i 2,5 e i 3 metri d’altezza. Fortunatamente non ci sono stati rimbalzi; un dettaglio che ha evitato l’eventualità di colpire mortalmente chi, in quei minuti, si trovava a pochi passi.

Le indagini hanno portato all’identificazione dei due pregiudicati locali di etnia rom, il 36enne è ritenuto il conducente dello scooter, mentre il 29enne è indicato come l’autore materiale degli spari.

Il quadro probatorio è stato giudicato “grave, preciso e concordante”, tanto da motivare la richiesta della Procura e la successiva decisione del GIP di applicare la misura della custodia cautelare in carcere.

La fuga e la resa

Quando i Carabinieri hanno raggiunto la residenza di uno dei due destinatari del provvedimento, l’uomo si era già allontanato. Ma la pressione delle attività di ricerca ha dato i suoi frutti: poche ore dopo si è costituito spontaneamente presso il carcere di Isernia, dove sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia.

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