“Spesso buono oltre”, la nuova dicitura per ridurre gli sprechi e salvare il cibo ancora commestibile

Luigi Gabriele, presidente Consumerismo: "Ogni anno si spreca il 41% del cibo a causa dell'errata lettura delle etichette"

Le nuove diciture proposte dall’Ue sulle scadenze dei prodotti alimentari potrebbero ridurre lo spreco di cibo in Italia per 2,6 miliardi di euro annui, salvando solo nel nostro paese 1,6 milioni di tonnellate di alimenti. Lo afferma Consumerismo No Profit, che si schiera totalmente a favore della proposta avanzata dalla Commissione Europea di aggiungere sulle confezioni dei prodotti alimentari la dicitura “Spesso buono oltre…” alla classica “Da consumarsi preferibilmente entro…” in modo da allungare la vita agli alimenti influenzando il processo decisionale dei consumatori. “Ogni anno il 41% dello spreco di cibo che si registra all’interno delle abitazioni italiane è causato dalla errata lettura o interpretazione di etichette e date di scadenza apposte sui prodotti alimentari – spiega il presidente Luigi Gabriele -. Questo significa che, considerato l’ultimo report Waste Watcher secondo cui nelle case italiane nel 2023 si sprecano 6,48 miliardi di euro di cibo, le nuove diciture sulle scadenze degli alimenti proposte dall’Ue potrebbero ridurre gli sprechi di cibo per 2,6 miliardi di euro annui solo in Italia”.

“Questo equivarrebbe a salvare 1,6 milioni di tonnellate di alimenti che ogni anno nel nostro paese finiscono in pattumiera pur potendo essere ancora consumati, riducendo gli sprechi per 11,1 kg annui pro-capite” – prosegue Gabriele. Basti pensare che una recente indagine condotta nel Regno Unito ha dimostrato come la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro” abbia indotto il 31% dei consumatori a buttare il latte il giorno dopo la data indicata, nonostante il prodotto fosse ancora consumabile, percentuale che sale al 34% nel caso dello
yogurt. Questo a dimostrazione di come la formulazione delle indicazioni circa le date di scadenza dei generi alimentari possa influenzare negativamente i comportamenti dei consumatori, criticità superabile se venisse accolta la proposta avanzata dalla Commissione Ue, conclude Consumerismo.

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