Stellantis Cassino. “Il settore dell’automotive sta per esplodere e vanno prese decisioni drastiche, non c’è più tempo”. Lo ha affermato con preoccupazione il confermato segretario generale della Cisl Lazio, Enrico Coppotelli, a proposito del sito automobilistico di Piedimonte San Germano. “Dobbiamo immaginare che i lavoratori dello stabilimento di Piedimonte San Germano non possano continuare a sopravvivere di cassa integrazione – ha aggiunto -. In queste ore è stata approvata in Senato la legge sulla Partecipazione e noi crediamo che da lì dobbiamo assolutamente ripartire, perché soprattutto il tema dell’intelligenza artificiale ci porterà a dover governare questi processi”. Ha poi dichiarato Coppotelli all’agenzia Dire.

Il segretario provinciale dei metalmeccanici Cisl, Mirko Marsella, conferma in pieno l’allarme rosso: “Sulle linee è tutto pronto ma è la vettura a non essere pronta”, avverte riferendosi alla Stelvio elettrica inizialmente prevista in salita produttiva nel 2025 e poi spostata al prossimo anno (bene che vada). “Le nuove vetture Alfa erano programmate in versione solo elettrificata ma ormai s’è capito che unicamente l’ibrido riesce a vendere e quindi si sta lavorando per produrre la Stelvio anche con l’endotermico”. Tanta approssimazione e irresponsabilità gestionale, al di là delle chiacchiere sul Piano Italia ripetute dal presidente John Elkann in Parlamento e, prima di lui, dal responsabile Europa Jean Philippe Imparato al tavolo del Mimit, hanno portato all’ulteriore paralisi produttiva che, nel sito di Cassino, ha raggiunto ormai livelli da primato negativo nell’intero gruppo francese.

“La Fim non ha trovato riscontri sull’interessamento di altri gruppi al sito”
“Viviamo alla giornata con pochissimi ordini e ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali – avverte Marsella – con un peso crescente sui dipendenti e sull’economia dell’intero territorio. Siamo arrivati al limite perché ci sono ripercussioni sulle buste paga, sulla tenuta dello stabilimento e dell’indotto”. L’allusione del sindaco di Piedimonte San Germano all’interessamento di industrie farmaceutiche e della difesa per industrializzare pezzi di stabilimento dismesso? “Noi come Fim-Cisl – risponde il segretario provinciale – dopo una dichiarzione del genere ci siamo informati. Perché riteniamo che resti prioritario difendere lo stabilimento e il settore automotive. Se ci sono progetti alternativi e diversi investimenti ben vengano. Ma non abbiamo notizia o riscontro né ufficiali e neppure ufficiosi circa l’interessamento di gruppi industriali”.
“Macché Piano Italia, la situazione è grave e non può che peggiorare”
Il 15 maggio a Milano Finanza il ministro Adolfo Urso ha ribadito che “con Stellantis abbiamo avviato un confronto serrato che ha portato alla nascita del Piano Italia”. “La situazione – commenta Marsella – resta molto buia e preoccupante: lo stiamo dicendo da tempo. Visto la scenario, la situazione non può che peggiorare nei prossimi mesi. Bisogna tenere alta la guardia e credo che bisogna guardare a giugno quando ci sarà il nuovo amministratore delegato. Bisogna fare pressioni, tramite governo e ministero del made in Italy, affinché il nuovo Ad di Stellantis chiarisca definitivamente i piani ufficializzando anche, e non da ultimo, la tempistica. Prioritario è fare luce sulle prospettive dello stabilimento di Cassino che è quello che in Italia sta subendo di più. Ci dicano cosa avverrà e il futuro. Se poi l’Ad sarà un italiano o meno a noi non interessa granché, fondamentale è che ci dia certezze occupazionali e di prospettiva. Dica se realmente l’Italia per Stellantis è un valore aggiunto o no”, ci serve”.
“L’interessamento regionale c’è stato, ma di concreto non s’è visto nulla”
Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca ha affermato che via Colombo sta controllando che Stellantis mantenga i suoi impegni di trasformazione dello stabilimento cassinate. “Capisco che la situazione è talmente complicata che anche la Regione può dare poche risposte – premette il sindacalista Cisl -: abbiamo tavoli, incontri e possibili soluzioni. La Regione comunque si deve confrontare col Mimit. C’è stata attenzione di sicuro ma di concreto, nei confronti del territorio, non s’è visto nulla. La situazione peggiora di mese in mese. C’è bisogno che, ripeto, il livello di allerta si alzi e che tutti gli attori principali costringano il nuovo amministratore delegato, che sta per essere individuato, a dirci qual è il futuro dello stabilimento”.