Stellantis Cassino, Cgil e Fiom: “Un anno perso per definire strategie, sostenere redditi e indirizzare investimenti”

Dopo il convegno Cgil a Cassino, il segretario generale Giuseppe Massafra rilancia le proposte dell'organizzazione alle istituzioni

Ottobre 2024 – ottobre 2025: la Cgil e la Fiom hanno voluto misurare la distanza tra le chiacchiere ed i fatti dopo i molti confronti con la Regione e le altre istituzioni territoriali sulla vicenda del crollo dell’automotive nel Sud Lazio, innescato dal disimpegno Stellantis in Italia, a partire da Cassino in particolare. Il risultato è scoraggiante perché, al di là di qualche risultato ottenuto a livello di giunta Rocca, come il rifinanziamento della legge 46, tutto il resto è rimasto lettera morta. Non pervenuti Comuni e Provincia, ad esempio. Mentre non si intravedono svolte nella strategia aziendale che, anche dopo l’incontro del 20 ottobre a Torino tra il nuovo Ceo Filosa e le organizzazioni sindacali, resta oscura e indefinita per quanto riguarda il sito produttivo di Piedimonte San Germano, che probabilmente resta il più a rischio sopravvivenza tra quelli nazionali pur marginalizzati e penalizzati dai francesi.

Regione assente al confronto cassinate, indice delle tensioni con Landini

Peraltro fare sinergia tra istituzioni e forze sociali sembra sempre più complicato: l’assenza della vice presidente Angelilli, sempre disponibile e impegnata sull’argomento automotive, all’incontro convocato da Cgil nei giorni scorsi in un’aula Unicas a Cassino, rappresenta anche l’indice del deterioramento delle relazioni politiche tra il centrodestra ed il sindacato guidato da Landini. Il segretario nazionale Fiom Michele De Palma ha rilanciato la linea d’azione dei metalmeccanici Cgil, unica strada per frenare un crollo drammatico dal punto di vista occupazionale: “Questa situazione esce dall’incertezza e si determina se vertenzializziamo dal territorio anche il futuro dell’industria dell’automotive. Ai territori va la responsabilità di dover costruire la prospettiva del comparto”.

De Palma: vertenzializzare la questione partendo dai territori

“Ad ottobre dello scorso anno – ricorda Giuseppe Massafra, segretario generale della Cgil di Frosinone e Latina -, facemmo una iniziativa con istituzioni e industriali con focus su Stellllantis. Ponemmo questioni sulla crisi dello stabilimento e provammo ad organizzare il dibattito con prospettive e scelte che avrebbero potuto determinare una possibile direzione delle strategia di sviluppo del Lazio meridionale. Ad un anno di distanza da quell’appuntamento verifichiamo che nessuna di quelle prospettive si sono determinate. Anzi, siamo molto più preoccupati”.

Massafra: ammortizzatori sociali ormai agli sgoccioli

Anche perché la cassa integrazione disponibile è agli sgoccioli e l’indotto in ginocchio…

“Nella gestione della crisi gli ammortizzatori sociali sono ormai in esaurimento. Dicemmo allora che sarebbero dovuti essere accompagnati da un sostegno al reddito. Invece siamo arrivati al quarto-quinto anno di utilizzo di ammortizzatori sociali con una riduzione strutturale del reddito dei lavoratori e torniamo a chiedere sostegni al reddito. Ma il tema vero è quello delle prospettive dello stabilimento”.

L’azienda sfugge a confronti col governo e con i sindacati

Eppure il ministro del Made in Italy ad ogni incontro fa trasparire ottimismo.

“La verità è che c’è un mancato confronto con proprietà. Stellantis continua ad essere interlocutore che manca anche ai tavoli ministeriali. Non abbiamo chiarezza da parte della proprietà nei confronti neppure del ministro. L’azienda non ti lascia presagire le sue strategie anche alla luce del cambio di amministratore delegato visto che il tutto si mantiene sui livelli precedenti. Quel confronto continuiamo a non averlo neanche noi, ovviamente. E quindi il tema diventa la quotidianità: la necessità di fare i conti e scontrarsi con i risultati di uno stabilimento che non raggiunge neppure gli obiettivi minimi fissati dalla stessa azienda anni fa. Questa situazione non resta stagnante ma peggiora”.

Unica possibilità la presa di coscienza delle forze sociali

Un’azienda che ha solo deciso di affossare i suoi siti italiani pervicacemente.

“Il fatto stesso che non si determini un confronto con prospettive certe è un problema che pagano i lavoratori e le aziende dell’indotto che sta perdendo progressivamente spazio. Ci sono, ad esempio, le vertenze Tarsnova e Logitec che hanno comunicato la chiusura entro l’anno dei rapporti di lavoro coi propri dipendenti. Cosa che si aggiunge e aggrava la crisi occupazionale. Dunque, se non riusciamo a confrontarci con l’azienda, abbiamo deciso di provare a stimolare il dibattito per giungere ad una presa di coscienza da parte del territorio, a partire dalla Regione che pure stavolta non non si è presentata”.

Non disperdere gli incentivi e indirizzarli su un’unica strategia

Cosa si può fare concretamente?

“Dobbiamo stabilire una sinergia istituzionale per provare a fare massa comune rispetto anche al tema del confronto con la proprietà. Dall’alta parte si tratta di una sinergia che può essere funzionale a determinare le condizioni di una prospettiva più ampia rispetto al tema di cosa voglia fare Stellantis. L’ultimo provvedimento regionale col finanziamento legge 46, mettendo a disposizione risorse di imprese che vogliano investire, è sicuramente utile. Ma noi come Cgil pensiamo che una incentivazione alla imprese senza individuare la strategia sul territorio, finisca col disperdere finanziamenti. Visto che ne beneficiano solo quelle che possono autodeterminare gli investimenti necessari al proprio fabbisogno aziendale. Ecco perché è necessario individuare una programmazione di sviluppo del territorio e le risorse dell’incentivazione vanno messi a disposizione di quel progetto industriale. Anche quel che è nel potere delle istituzioni – spingere verso nuovi investimenti – non sia disperso in quel ‘fate un po’ quel che vi pare’ che spesso abbiamo potuto vedere. E se una direzione del genere di politica industriale non ce l’abbiamo a livello nazionale vorremmo almeno averla in ambito regionale”.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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