Dopo gli stop produttivi di fine 2025 e la fermata per le feste di fine anno, Stellantis Cassino ricomincia il 2026 con il solito stile dei francesi: vale a dire senza avviare le linee delle officine di Piedimonte San Germano. L’azienda ha infatti comunicato un fermo produttivo dal 2 gennaio al 16 gennaio per lastratura, verniciatura e montaggio. Bene che vada qualche vettura potrà tornare ad essere prodotta non prima di lunedì 19 gennaio. Insomma nulla di nuovo per il sito, la paralisi continua: aspettando il piano industriale (che verrà annunciato tra la metà del prossimo anno e l’inizio dell’autunno 2026) e al di là delle decisioni della Commissione europea che ha alleggerito il piede sull’acceleratore dell’elettrificazione.
Le scuse sono tutte buone, e mentre il gruppo vende tranquillamente in Europa le vetture cinesi della Leapmotor, il Ceo di Stellantis, Antonio Filosa, ha puntato l’indice contro la mancanza di “una roadmap, una tabella di marcia chiara per la crescita”, cosa che metterebbe a repentaglio gli investimenti di Stellantis. Il famoso Piano Italia fatto balenare al Mimit nel dicembre del 2024 da Jean Philippe Imparato resta una chimera 24 mesi dopo anche se pure quello non pareva valere granché per l’Italia.
Il ceo Filosa frena sugli investimenti dopo le scelte Ue sull’auto
Il mese scorso Filosa aveva detto che il gruppo avrebbe moltiplicato gli investimenti in Europa se Bruxelles avesse allentato il divieto sui motori a benzina previsto per il 2035 ma, alla luce delle ultime proposte dell’Ue – che pure quel divieto hanno effettivamente allentato -, ha fatto in pratica marcia indietro: “Senza crescita, diventa molto difficile pensare di investire di più – ha dichiarato il Ceo -. Senza investimenti aggiuntivi, è difficile costruire una catena di approvvigionamento resiliente che è vitale per i posti di lavoro, la prosperità e la sicurezza europea”, ha dichiarato al Financial Times. I dubbi specialmente per quanto riguarda il nostro Paese sono molti ma gli osservatori sostengono che il vero punto di svolta per capire effettivamente quale sia la direzione che il gruppo intende prendere sarà la presentazione del nuovo piano industriale ideato da Filosa, atteso entro il primo semestre. Ma, sotto il profilo finanziario, c’è chi guarda ai conti del quarto trimestre e del 2025 che saranno ufficializzati ad inizio anno.
Per il sito di Piedimonte altri 2-3 anni di sofferenze
Nel frattempo mentre di Maserati Grecale – quando si lavora – a Cassino ne vengono prodotte non più di una decina al giorno, Alfa Romeo Giulia e Stelvio sono state confermate per altri due anni. Infatti continueranno ad essere prodotte sia nel 2026 che nel 2027, ammesso che il mercato dia qualche segno di interesse per modelli che sono stati fatti deperire dolosamente sotto il profilo dell’innovazione e degli investimenti necessari. Solo nel 2028 dovrebbero arrivare le nuove versioni totalmente elettriche ed ibridate delle due vetture premium su piattaforma Stla di quello che era il Biscione e che oggi è una scocca sotto la quale si celano pezzi Peugeot.
Ma per i lavoratori ridotti a poco più di duemila dipendenti diretti, con salari falcidiati dagli ammortizzatori sociali, si profilano altri 2-3 anni di sacrifici. Alcuni hanno accettato le trasferte in Serbia. Ma i più studiano come sfilarsi via con gli incentivi. Del resto l’azienda, dopo aver saccheggiato e smobilitato la tecnologia ereditata da Sergio Marchionne, sta sfibrando la resistenza di tecnici che conoscevano bene il loro mestiere. Ma che oggi sono disorientati e annichiliti da cinque anni di smantellamenti alternati a stop produttivi.