Telemarketing aggressivo, torna la truffa del “sì”: una risposta affermativa e via al contratto

Il “sì” viene registrato e accuratamente tagliato, estrapolato dal contesto originale, per poi essere utilizzato come forma di assenso

Con il passaggio obbligato al mercato libero dell’energia, già avvenuto per il gas, e prossimo per la luce (1 luglio 2024), è tornato l‘assedio dei call center ai cittadini, con l’inevitabile aumento delle truffe mirate all’attivazione di contratti non richiesti. Quella più frequente, tornata in auge in questi mesi, è la ‘truffa del sì’. Un vecchio, ma sempre attuale raggiro nel quale il cittadino, contattato telefonicamente, viene indotto a pronunciare la parola “sì” in risposta a una domanda generica che nulla ha a che fare con la sottoscrizione di un contratto energetico. La semplice domanda “lei è il signor Rossi”? basta a cadere in trappola. Infatti il “sì” viene registrato e accuratamente tagliato, estrapolato dal contesto originale, per poi essere utilizzato come forma di assenso alla sottoscrizione di una nuova fornitura energetica.

Come prevenire la truffa

A fornirci consigli utili su come evitare le trappole insidiose è l‘esperto Energia dell’associazione Consumerismo, Giovanni Riccobono.  L’ostacolo più difficile da superare, ma è anche quello che inconsciamente ci mette nelle condizioni di essere truffati, è quello di rispondere d’istinto con un apparente, semplice “si” alle domande dell’operatore di turno che tendenzialmente sono fatte per ottenere “si” o “no” come risposta. 

È la signora Bianchi? Buongiorno, le è arrivata l’ultima bolletta? Ha notato un aumento nell’ultima bolletta? Ha sentito in TV che i prezzi sono aumentati/diminuiti? Sono solo alcuni dei quesiti tipici posti dall’operatore del call center. La cosa che bisogna imporsi, e su cui bisogna fare tanto allenamento, è quello di non rispondere esclusivamente con l’affermazione “si”, ma cercare dei diversivi in modo da scongiurare una possibile truffa.

Alcuni esempi delle risposte alternative da dare sono: “È la signora Bianchi? Sono io, mi dica. Sono io, con chi parlo? Sono io, cosa desidera? Le è arrivata l’ultima bolletta? E’ arrivata/non è arrivata, perché? Ha notato un aumento nell’ultima bolletta? Ho avuto la percezione che effettivamente fosse più alta, ma di poco. Ha sentito in TV che i prezzi sono aumentati/diminuiti? Ho/non ho sentito qualcosa. Rispondendo in questo modo sicuramente si evita di dire un “si” di troppo che potrebbe essere utilizzato in modo improprio.

Come difendersi se si cade in trappola

Se si ha il presentimento di essere stato vittima della truffa del si, c’è modo di difendersi?  In linea di massima no, in quanto non sappiamo se effettivamente quella conversazione sarà soggetta o meno a una manipolazione. Quindi in questi casi non resta che attendere eventuali comunicazioni dal nuovo fornitore che ha attivato il contratto non richiesto per avviare le azioni di tutela. In particolar modo non appena si riceverà qualsiasi comunicazione della nuova attivazione come: lettera di benvenuto del nuovo gestore, contratto di fornitura, o bollette, occorre tempestivamente inviare un reclamo al fornitore lamentando l’attivazione del contratto non richiesto e richiedendo copia integrale della registrazione telefonica, per poterla ascoltare attentamente.

È opportuno verificare sempre la tipologia di bollette del proprio fornitore, se di tipo ordinario o di chiusura/cessazione contratto. Quest’ultimo caso potrebbe essere il primo campanello d’allarme per scoprire l’attivazione di un contratto non richiesto. Avendo accesso alla registrazione della telefonata con il call center, l’eventuale ‘truffa del sì’ dovrebbe essere riconoscibile prestando attenzione a verificare se i “si” hanno tutti la stessa cadenza o se vengono percepiti degli “stacchi” e “attacchi” nella registrazione, segnale che la conversazione è opera di un montaggio. Qualora si abbia la conferma che l’attivazione di un contratto non richiesto sia avvenuto tramite la truffa del sì, la prima cosa da fare è inviare un reclamo al fornitore non richiesto tramite mezzi tracciabili quindi raccomandata con ricevuta di ritorno o PEC, in modo da avere la certezza dell’invio qualora non si riceva riscontro. Il consiglio è anche di sporgere una denuncia alle autorità locali, per potersi tutelare anche in futuro dall’uso improprio dei propri dati personali. Quando un contratto viene disconosciuto per legge, lo stesso deve essere annullato con le relative bollette emesse. Inoltre in alcuni casi sarà possibile procedere al ripristino del precedente contratto alle stesse condizioni, in modo da non perdere eventuali offerte di vantaggio.

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