Tempo libero, tutte le App ‘risolvi problemi’: dal dark tourism fai da te al make up a domicilio

Piattaforme innovative che grazie alla realtà aumentata e all’intelligenza artificiale permettono di usare servizi proiettati nel futuro

Sulla carta – o meglio dire sul ‘tablet’ – sono solo progetti, eppure si tratta di nuovi modi per impiegare il tempo libero, per affrontare grandi temi sociali o risolvere microproblemi quotidiani. Stiamo parlando della App ideate dagli studenti dell’Istituto Europeo di Design come progetto finale del Master in Digital Art Direction IED Roma.

Piattaforme e applicazioni innovative che grazie alla realtà aumentata e all’intelligenza artificiale permettono di sperimentare esperienze e servizi già proiettati nel futuro. Percorrere insoliti itinerari di viaggio, prenotare un make up artist professionista a domicilio, rendere la lettura di un libro un’esperienza collettiva sono solo alcune delle ‘visioni’ della Gen Z che, durante il percorso di studi, ha pensato App innovative e su misura per una generazione giovane e smart.

Per il capitolo viaggi si va dal ‘Dark tourism’ al problem solving per vaiggiatori fai da te. ‘Darkpath’ è l’app creata dalla designer Francesca Darino con percorsi legati a luoghi e atmosfere del dolore: solo Roma ne conta 77. I path proposti dall’app cambiano ogni 3 mesi e permettono di conoscere e condividere sempre nuovi spot. Gli imprevisti dei viaggi ‘fai da te’ sono invece l’oggetto della designer Giorgia Morandi e del suo Voya, app che punta dritto sulle difficoltà che neppure il web e i social riescono ancora a risolvere. Come? Grazie a una community di voyager che ispira l’utente e lo supporta in modo divertente nella soluzione di piccoli grandi problemi quotidiani, anche in chat privata e in real time.

C’è poi l’App dedicata al cinema inclusivo, accessibile e senza tempo: l’Italia conta circa 2 milioni di persone non vedenti o ipovedenti ma ad oggi ancora nessuna sala cinematografica inclusiva. Grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale che permette un dialogo in tempo reale con l’utente, ‘Voice Over’ di Sara Cocco fornisce assistenza durante l’acquisto del biglietto e la visione del film, permettendo nello stesso tempo l’accesso a tutti i servizi del cinema, incluso l’arrivo degli snack direttamente in poltrona.

Anche l’App di Martina Petrucci è dedicata al mondo cinematografico. ‘Shortly’ avvicina le nuove generazioni al mondo dei cortometraggi, dando nuovo valore ai loro filmmakers. Tutto parte da una semplice domanda: quanto tempo hai oggi? È così che l’app sviluppa una proposta su misura per genere, tecnica e stili del racconto. Fino a creare e condividere i propri palinsesti con un social dedicato: ‘shortligram’.

Non mancano le App declinate alla cura della persona e del benessere fisico, ecco ad esempio ‘MeUp’ di Francesco Megna, che consente agli utenti di prenotare e ricevere un servizio a domicilio professionale di make-up, manicure e pedicure. Grazie alla realtà aumentata è inoltre possibile creare il proprio Beauty Test, che permette di ‘provare’ online stili e colori.

Per chi sceglie di praticare attività fisica in casa e di rinunciare alla palestra cercando comodità, prezzi ridotti e flessibilità di spazi e tempi c’è invece ‘Boxing now’ di Sara Adinolf. L’App unisce ai vantaggi di allenarsi in casa la possibilità di frequentare palestre reali con agevolazioni mirate e divertenti. Dal semplice curioso al pugile semiprofessionista, dall’allenamento casalingo fino alla preparazione agonistica e permette anche di sfidare altri utenti e condividere sessioni di allenamento e risultati ottenuti.

Per la sezione cultura c’è ‘Endless’, l’App creata dalla giovane designer Giulia Atzeni che vuole trasformare la lettura individuale in un’esperienza ancora più immersiva. L’utente è guidato nella scelta del libro, può creare gruppi di lettura e condividere consigli e opinioni, scambiarsi foto e condividere citazioni.

A coinvolgere gli user, una sezione game per sfidare i propri amici. Infine c’è anche l’App pensata per i luoghi di cultura e per aumentarne il numero di fruitori. I musei, per esempio, possono essere percepiti come impegnativi o eccessivamente didattici e per questo c’è il rischio che siano evitati dalle nuove generazioni. ‘Out of Gan’, progetto immaginato dalla designer Madalina Ababii, è un’app dotata di realtà aumentata e di marker fisici sparsi in punti strategici della città, grazie ai quali La Galleria Nazionale, uno dei più antichi musei romani, può raggiungere più efficacemente le nuove generazioni.

Fonte www.dire.it

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