Venerdì 13, perché è considerata una data ‘sfortunata’? Come nasce la superstizione

In gran parte del mondo, in particolare nei Paesi anglosassoni, per i superstiziosi il 13 è il numero della sventura

Ha ispirato una popolare saga di film horror, il romanzo ‘Friday, the Thirteenth‘ datato 1907 e ha ben tre nomi associati alla sua fobia. In gran parte del mondo, in particolare nei paesi anglosassoni, per i superstiziosi il 13 è il numero della sventura per antonomasia, ancor più quando associato al venerdì. Ma perché ‘venerdì 13’ porta sfortuna?

Venerdì 13 e le origini della sfortuna

Con il termine ‘triscaidecafobia’ si identifica la paura irrazionale del numero 13, una fobia che ha radici molto antiche. Tra queste, il numero dei partecipanti all’Ultima Cena, da cui sarebbe scaturita la consuetudine di evitare banchetti di tredici persone.Nella Cabala il numero viene associato alla morte, così come nei Tarocchi, la cui corrispettiva carta raffigura uno scheletro armato di falce, tuttavia non sempre con valenza infausta (talvolta, infatti, è presagio di cambiamenti).

L’associazione negativa con il venerdì (‘friggatriskaidekaphobia’ o ‘paraskevidekatriaphobia’, ovvero ‘paura del venerdì 13′) si suppone risalga ad un venerdì 13 del 1307, quando Filippo il Bello diede ordine di sterminare i cavalieri templari. Secondo il cristianesimo, inoltre, Gesù fu crocifisso di venerdì. Nei tempi moderni la superstizione ha preso piede con la pubblicazione nel 1907 del romanzo di Thomas W. Lawson ‘’’Friday, the Thirteenth’, e consolidata dalla prolifica saga cinematografica horror ‘Venerdì 13’ ‘(Friday the 13th) iniziata nel 1980.

Nei paesi di lingua spagnola, invece, così come nella cultura greca, la sfortuna del 13 è associata al martedì, giorno è dominato da Ares, il dio della guerra (Marte nella mitologia romana). La caduta di Costantinopoli, inoltre, avvenuta di martedì 29 maggio 1453, rafforzò la fama infausta del martedì.

Non solo ‘13’: ecco tutti i numeri della sfortuna

Sebbene l’accezione negativa del 13 sia la più diffusa in tutto il mondo, esistono altri i numeri considerati di malaugurio. In Italia, ad esempio, è il 17, mentre in Cina, tra i numeri che non godono di buon auspicio c’è il 7.  Spesso sinonimo di abbandono, rabbia, o morte (simboleggiata anche dal numero 4), il numero 7 ricorre in diverse superstizioni. Il settimo mese del calendario cinese, ad esempio, è il mese dei fantasmi, e corrisponde al ritorno delle anime dei defunti.

Recentemente, la paura del numero 7 ha trovato nuovo vigore con la tragedia dal volo Malaysia Airlines17: si trattava di un boeing 777, l’incidente è avvenuto il 17/7, il velivolo era stato consegnato alla compagnia aerea nel 1997 ed era dunque in servizio da 17 anni. 

Coincidenze forzate che si sono ripetute con un’altra tragedia aerea, gli attentati dell’11 settembre 2001, che ha generato la superstizione del numero 11. Tra le varie casualità che hanno incrementato l’associazione alla sfortuna, il fatto che il primo aereo dirottato fosse il volo American Airlines 11, che aveva 92 passeggeri (9 + 2 = 11) e che l’11 settembre fosse il 254esimo giorno dell’anno (2+5+4 = 11).

Restando in tema di aerei, né la Delta Air Lines né l’American Airlines hanno più voli con il numero 191. La spiegazione va ricercata in una serie di incidenti avvenuti tra il 1979 e il 2012, alcuni dei quali mortali. In 4 casi l’aereo aveva questa sigla numerica. – Fonte Agenzia Dire www.dire.it –

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