Un episodio che lascia attoniti quello raccontato sui social da una mamma di Morolo. La donna ha voluto condividere pubblicamente la delusione e il dolore provati nel vedere alcuni genitori richiamare i propri figli mentre si accingevano a giocare con i suoi, solo perché diversamente abili.
Secondo quanto denunciato, il fatto è avvenuto in un parco giochi del paese. “Trovo il gesto scorretto e inumano”, scrive la mamma, specificando che i suoi bambini non solo non rappresentano alcun pericolo, ma sono pieni di dolcezza e desiderosi solo di condividere momenti di gioco con i coetanei. Il suo appello non è rivolto ai bambini, ma agli adulti, perché “i figli sono tutti uguali, minorati o no”.
La riflessione si fa più amara quando la donna sottolinea come episodi del genere siano ancora frequenti, nonostante si viva nel 2025. “Se vogliamo che la società si abbracci e si dia una mano, dobbiamo cominciare dall’educazione”, scrive. “Forse ci sono genitori che hanno bisogno di essere rieducati partendo dalle basi”.
Parole che toccano il cuore e invitano tutti, soprattutto gli adulti, a fare un esame di coscienza. Perché l’inclusione non è un concetto astratto: comincia dai gesti quotidiani, dagli sguardi, dalle parole che usiamo e, soprattutto, dall’esempio che diamo ai più piccoli. Educare alla diversità significa costruire una società più giusta, aperta e accogliente per tutti.