Verso il congresso provinciale del Pd si snodano le tattiche dei tre principali gruppi che si profilano impegnati per la conquista della segreteria. Innanzitutto quello del segretario uscente, Luca Fantini e della consigliera regionale dem Sara Battisti (ala che fa riferimento a Claudio Mancini e Roberto Gualtieri), poi la corrente di Francesco De Angelis che, con Area Dem, è di recente transitato nell’ambito dell’area di Franceschini alla quale si rifanno anche Daniele Leodori ed Enzo Salera. Poi ci sono i vicinissimi alla segretaria nazionale Elly Schlein e vicinissimi anche alla consigliera regionale Marta Bonafoni: vale a dire l’ex assessore cassinate Danilo Grossi, l’ex deputato Nazzareno Pilozzi e il consigliere comunale sangiovannese Umberto Zimarri. Quanto all’ex presidente della Provincia Antonio Pompeo ed all’ex deputato Francesco Scalia sono stati notati durante una iniziativa di Sara Battisti sulla raccolta differenziata e invece mancavano (pure provenendo da Area Dem) ad un evento con Franceschini di De Angelis. Sulla fase congressuale dem ascolteremo vari esponenti. Abbiamo, intanto, sentito l’opinione di Gaetano Ambrosiano, già segretario provinciale di Articolo Uno e che, come tutti i seguaci di Speranza e Bersani, è ormai uno dei tesserati dem.
Perché l’appuntamento congressuale è così atteso?
“Il segretario di un partito rappresenta il documento politico, la base programmatica e l’indirizzo che ogni rappresentanza nei territori dovrebbe prefiggersi di perseguire. Esso deve rappresentare le nostre aspirazioni, manifestare le nostre idee sull’organizzazione e dichiarare gli obiettivi da portare a conoscenza della collettività. Credo molto nell’importanza della forma partito come strumento preciso per indirizzare la nostra attività politica e associativa. Oggi grazie alla Schlein forse è giunto il tempo di cambiare, di voltare pagina, il tempo di scrivere un nuovo percorso nella storia di questo partito e del centro sinistra. Cambiare veramente e totalmente vuol dire cambiare modo di pensare, modo di vedere, modo di essere. Significa immaginare una nuova politica ed una nuova struttura nel modo di concepire il partito”.
“I capibastone rappresentano un’epoca che ormai non c’è più”
Vabbè, si conteranno pur sempre le tessere, come in passato.
“Ed io penso che non si debba più procedere sulla base della conta delle tessere ma su una scelta basata sulla capacità di intercettare le esigenze dell’istituzione partitica e della società contemporanea. Inoltre la scelta che dovrebbe caratterizzarci e distinguerci dal passato è che noi non abbiamo più nemici da combattere. Ma la determinazione nel porre al centro dell’azione politica i cittadini, creando un reale partito aperto alle comunità locali, facilitando cosi la loro partecipazione attiva che ha come primo obiettivo di riportare in strada e tra la gente il più semplice concetto di politica ancorata alla “visione di un Futuro”. E per Futuro si intende un progetto che ponga l’individuo al centro del sistema politico in un Mondo che sta attraversando trasformazioni epocali”.
Belle intenzioni e belle parole. Ma basta questo?
“È sotto gli occhi di tutti come il Partito Democratico stia vivendo un periodo di disagio al suo interno: le correnti sono allo sbando più totale. Mi pare del tutto assente un progetto politico condiviso. Le fasi congressuali del passato ci hanno consegnato accordi composti e trascritti dai gruppi delle mozioni, una gestione a tavolino, basata nella ripartizione di ruoli ed incarichi, concessa a pochi e totalmente estraniante dalla militanza di base. Su questo si intende aprire una riflessione per ridare identità alla partecipazione di militanza attiva, attraverso i circoli territoriali, di federazione e regionali che oggi non esiste. Una buona dirigenza nelle sue componenti, deve avere chiaro il senso della sua missione, deve essere capace di capire, affrontare e risolvere i problemi in funzione del “buon funzionamento” del Partito, ed avere nei confronti dei militanti un atteggiamento pluralista e paritario.
Il cambiamento che auspichiamo, e per il quale ci impegniamo, sta nel contributo proprio dell’impegno civile e politico che ci siamo assunti nello scegliere la militanza attiva, attraverso le figure dei segretari di partito, che coralmente si riconoscono nel segretario Nazionale”.
Quindi cosa auspica per il congresso della federazione ciociara?
“Che le correnti vengano del tutto cancellate perché la partecipazione attiva alla vita di partito deve diventare essenzialmente mezzo di trasmissione delle istanze dei territori e delle società locali agli organismi superiori, attraverso i segretari di circolo e, successivamente, attraverso quello di federazione. La visione in questo senso non può che essere unitaria perché sono le lotte di potere a scatenare divisioni, non certo l’impegno disinteressato per il bene di tutti. Il futuro auspicabile cosi nella forma partito è quello perennemente aperto all’interesse di tutti i cittadini, secondo una scala di valori etici di responsabilità pubblica all’interno di un processo democratico. Fare politica e amministrare mette tutti nella condizione di mettere a disposizione il meglio di sé, passione, disponibilità, competenze, capacità di visione con tutte le risorse possibili, assumendosi la responsabilità che ne consegue”.
“Il cambiamento viene dalla segretaria Schlein, prendiamone atto”
Un Pd senza più capibastone?
“Mozioni o capibastone sono reperti e dinosauri di un mondo politico oramai lontano, e comunque bollato dall’astensionismo e dall’allontanamento dei cittadini dai partiti. Va costruita una riflessione sulle aspettative degli iscritti e dei simpatizzanti, senza metterla all’interno delle correnti residue di questo partito, ma dentro una realtà di bisogni appartenenti alla vita politica quotidiana”.
Quanti la penseranno come lei?
“Le mie parole non cadono dall’alto o non sono preconfezionate da un esercizio di corrente, ma sono aperte a tutte le indicazioni, ai suggerimenti, ai sogni e alle speranze di ogni singolo iscritto, militante, dirigente ed eletto del Partito Democratico della provincia di Frosinone. Una riflessione che sarà implementata, speriamo, attraverso un confronto e un dibattito interni ed esterni alle nostre mura di partito, con i compagni presenti e che si allarghi a tutta la base dei circoli attraverso i loro segretari. L’impegno determinante sarà quello di dare “ascolto” alle esigenze di chi non si riconosce nei recinti creati dai vari esponenti. Occorre quindi rendere più accessibile e concreta l’attività politica per ridare fiducia nel partito. Per realizzare tutto ciò occorrono persone credibili, responsabili ed oneste, capaci di guidare il percorso e realizzare il programma in un viale fatto di trasparenza, etica, morale ed onestà intellettuale. E tutto questo oggi è possibile grazie al quel vento di cambiamento che è nella persona del nostro segretario nazionale Elly Schlein per la quale il timone indirizzato al futuro è già oggi realtà”.