Alatri – Pronto soccorso con pochi medici e turni massacranti, Campoli lancia l’allarme e chiede risposte

Il Sindaco di Fumone Matteo Campoli e il Comitato San Benedetto di Alatri denunciano la situazione attuale e interrogano Asl e Regione

“Nonostante le smentite di rito, ci troviamo a denunciare la situazione in cui versa il Pronto Soccorso di Alatri, ormai allo stremo delle forze. La recente decisione del Direttore Generale di bloccare completamente il contratto della cooperativa, senza alcun preavviso e senza un piano di transizione adeguato, ha prodotto conseguenze drammatiche sia per il personale medico che per i servizi fondamentali rivolti ai cittadini. Da circa una settimana, i pochi medici rimasti tra gli ospedali di Alatri e Frosinone sono costretti a coprire turni doppi e tripli, con alcuni che arrivano a lavorare 18 ore consecutive. È inaccettabile che i professionisti della sanità, già messi a dura prova da anni di sacrifici, siano esposti a condizioni di lavoro così massacranti, che mettono a rischio non solo la loro salute, ma anche la sicurezza dei pazienti”. – Così in una nota il Sindaco di Fumone, Matteo Campoli e il Comitato San Benedetto di Alatri. 

“Ci chiediamo: dove si trova il Direttore Generale? Dove sono i politici? La comunità – proseguono Campoli e Comitato – ha bisogno di risposte. È forse l’ennesimo passo verso la chiusura definitiva di altri servizi essenziali sul nostro territorio? Perché non si è scelta una soluzione più equilibrata, come la riduzione graduale delle ore della cooperativa fino al 30%, invece di procedere con un taglio netto che rischia di compromettere tutto il sistema? Questa situazione si inserisce in un contesto già segnato dalle azioni poco trasparenti legate all’approvazione dell’Atto Aziendale, che ha suscitato non poche perplessità. Ora, arriva questa nuova decisione, che denota evidente disorganizzazione e mancanza di rispetto per il nostro territorio. Non possiamo accettare che tutto avvenga nel silenzio generale delle amministrazioni competenti e della Regione. È legittimo domandarsi se questa sia l’ennesima pressione della Regione sulla ASL di Frosinone per attuare decisioni inopportune e sospette, in vista di qualche chiusura ‘strategica’ a fine anno”. – Concludono.

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