Massacrato di botte dal branco per aver difeso una ragazza da una molestia: la feroce aggressione

I fatti nella centralissima piazza. Ora i familiari dell’uomo non si danno pace: “Nessuno ha fatto nulla per aiutarlo”

Veroli – Massacrato in strada a suon di calci e pugni. Aggredito selvaggiamente solo perché aveva preso le difese di una ragazza molestata da tre uomini. 

Lui è un padre, un marito, un cittadino onesto. I fatti martedì sera nella centralissima piazza della città. L’uomo, quando ha visto la ragazza in difficoltà, non ci ha pensato su due volte ed è intervenuto per difenderla. I tre, sembrerebbe albanesi già noti alle forze dell’ordine, non l’hanno presa bene e si sono scagliati contro di lui. È stato linciato senza pietà e, secondo quanto raccontano i suoi familiari, nessuno sarebbe intervenuto per difenderlo. “I presenti si sono dileguati o fatti da parte, i locali hanno chiuso le porte – dicono – nessuno ha fatto nulla per aiutarlo. L’unico che ha avuto il coraggio di chiamare le forze dell’ordine è stato preso a botte dal branco”.

Intanto la vittima del pestaggio era a terra con i denti spaccati, le costole incrinate, un ginocchio rotto e traumi su viso e corpo. Solo la certezza che di lì a poco sarebbero arrivati i militari ha fermato i suoi aggressori. 

Lui e l’uomo che ha chiesto aiuto sono finiti in ospedale. Una ragazza è stata salvata da chissà quale molestia o peggio violenza ma chi ha mostrato coraggio, umanità e senso civico è stato lasciato solo. Uno contro tre. 

E se uno di quei colpi fosse risultato fatale? E se oggi le cronache avessero raccontato dell’ennesimo omicidio in strada? Dell’ennesimo uomo ucciso di botte? Ci saremmo senza dubbio indignati.  Giustamente. Ma, forse, oggi dovremmo tutti domandarci se è stato fatto abbastanza per evitare la tragedia o se è stata semplicemente scampata per una serie di circostanze “fortunate”.

Oggi i familiari della vittima della feroce aggressione, fortunatamente, non piangono nessuno. Ma sono sconcertati, delusi, arrabbiati, perché nessuno ha fatto niente per fermare quelli che, per un colpo in più, oggi avremmo chiamato assassini. Quelli che si stavano scagliando contro un padre di famiglia che aveva difeso una ragazza che sarebbe potuta essere sua figlia. 

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Roberta Di Pucchio
Roberta Di Pucchio
Giornalista pubblicista

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