Boville Ernica – Sentenza del Tar sul presidente del consiglio rimosso: Perciballi chiarisce

L'ex sindaco: "La rimozione scaturì da comportamenti ostili e faziosi. Il Consiglio di Stato ci avrebbe dato ragione"

Boville Ernica – «Le sentenze si rispettano. Sempre. Ma si rispettano per intero». Così l’ex sindaco Enzo Perciballi in merito alla recente sentenza del TAR di Latina che ha annullato la delibera con cui il Consiglio comunale aveva rimosso nel 2024 dalla carica l’allora presidente del Consiglio, nominando contestualmente un nuovo presidente. «Una decisione assunta dal Consiglio, organo sovrano, e non certo dal sindaco in prima persona».

«Chi oggi cerca di costruire una narrazione secondo la quale io avrei architettato operazioni personali a danno altrui – prosegue Perciballi – mente sapendo di mentire. La verità è che il Consiglio comunale, così come può sfiduciare un sindaco, può anche sfiduciare un presidente del Consiglio se viene meno all’essere terzo e al di sopra delle parti. E nel caso specifico, quella indipendenza a garanzia di tutti si era interrotta da tempo per comportamenti reiteratamente ostili, faziosi e non più in linea con lo spirito di garanzia che deve avere chi riveste quella carica».

«La sentenza – aggiunge Perciballi – pur annullando la delibera, condanna alle spese il Comune e non il sindaco, proprio perché non si tratta di una mia iniziativa personale, ma di un atto assunto dall’aula. Parlano chiaro anche gli errori procedurali riscontrati, che non competono certo alla figura del primo cittadino».

“Io dovrei pagare le spese? Affermazione priva di fondamento”

Perciballi ricorda anche un altro aspetto: «Nei miei primi due anni da sindaco, dal 2018 al 2020, ho rinunciato a circa 30.000 euro di indennità e accessori, per senso di responsabilità verso un bilancio comunale all’epoca gravemente compromesso. Cifra che, eventualmente, coprirebbero più che abbondantemente le spese, qualora ipoteticamente si volessero attribuire a me. Non dimenticherò mai quando, appena insediato, in assenza di fondi persino per il gasolio dei mezzi comunali, ho dovuto letteralmente mettere mano al portafogli per assicurare i servizi minimi ai cittadini. Dire che dovrei pagare io le spese è un’affermazione priva di fondamento, tanto sul piano giuridico quanto su quello morale. L’atto votato, lo ripeto, è stato deliberato a maggioranza dai consiglieri, ed è a loro che la legge attribuisce la sovranità all’interno dell’assise civica».

Poi una precisazione: «Purtroppo oggi non si potrà neanche ricorrere al Consiglio di Stato, perché l’interruzione dell’Amministrazione causata da chi ha preferito far commissariare Boville Ernica per oltre un anno – quella sì una manovra politica – impedisce ogni possibilità di rivalsa, come invece avvenuto in casi simili dove le sentenze di primo grado sono state ribaltate. Rimane, dunque, una sentenza da rispettare pur se soltanto di primo grado, ma resta anche una verità politica altrettanto chiara: l’operato di un sindaco si misura nel servizio alla collettività, e non nelle caricature create ad arte da chi cerca visibilità sulle spalle delle istituzioni».

«I cittadini – conclude – sanno chi ha lavorato per loro e chi ha invece agito per tornaconto. Il mio dovere lo ho compiuto, senza risparmiarmi e con la coscienza di chi ha agito sempre nel rispetto del ruolo e del mandato ricevuto. Oggi più che mai, vale la pena ricordarlo».

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