Stellantis Cassino, mistero sulla Stelvio full electric…i sindacati pronti alla guerra con la direzione aziendale

Gli operai riprenderanno a lavorare domani - 28 agosto - in lastratura e verniciatura e martedì 2 settembre al montaggio

Secondo le informazioni fatte circolare nei mesi scorsi, la prossima generazione dell’Alfa Romeo Stelvio, full electric, verrebbe presentata a fine 2025 e arriverebbe sul mercato nei primi mesi del 2026, basata sull’architettura Stla Large dei francesi. Dovrebbe essere dotata di una batteria fino a 115 kWh, autonomia di 800 chilometri e potenze fino a 1.000 CV nella versione Quadrifoglio. Ma il bello è che siamo alla ripresa autunnale e di Stelvio nuova versione nello stabilimento di Piedimonte San Germano non c’è traccia. Quel poco che tornerà ad essere prodotto da domani in poi saranno le versioni dell’endotermico Giulia e Stelvio oltre alle poche Grecale. Tutte nate dalla “vecchia” piattaforma Giorgio inventata da Marchionne e dai suoi ingegneri Alfa, Maserati e Ferrari per l’endotermico premium, che avrebbe dovuto sfidare le tedesche sui mercati e che in effetti accumulò una serie di primati di prestazioni sul circuito del Nürburgring, sottraendoli a quei tempi proprio alle blasonate teutoniche. Ma quella era un’altra epoca.

Riprendono lastratura e verniciatura, poi sarà la volta del montaggio

Oggi siamo a quasi cinque anni dall’avvio dello smantellamento Stellantis dei siti italiani e la fabbrica di Piedimonte San Germano appare tra le peggiori unità produttive del gruppo quanto a perdita di occupazione e taglio di produzioni. Così i pochi che restano in officina, a turno unico ormai dal gennaio 2024, riprenderanno a lavorare domani – 28 agosto – in lastratura e verniciatura e martedì 2 settembre al montaggio. Sul fronte sindacale Fim-Cisl, Uilm-Uil e Fiom-Cgil sono sul piede di guerra visto che da luglio i rappresentanti delle tre sigle hanno sollecitato un incontro con la direzione aziendale: “Se non risponde entro agosto – avverte Gennaro D’Avino, segretario provinciale Uilm – metteremo in atto quel che è necessario per farci sentire. Lo stabilimento è pronto a produrre con la nuova piattaforma, sono in corso le ultime modfiche al montaggio, poi potranno essere assemblate le Stelvio totalmente elettriche. Veramente i primi modelli dovevano arrivare a giugno, poi c’è stato uno spostamento di qualche settimana. Ma siamo ormai a settembre…”.

Gennaro D’Avino, segretario generale provinciale Uilm-Uil

Il “mistero” della versione ibrida su cui si dovrebbe accelerare

Cosa accade alla Stelvio elettrica? A pochi mesi dalla commercializzazione non si vede neppure la preparazione della salita produttiva. Ci sono voci che circolano nel sito cassinate e avvertono che l’attesa potrebbe essere prolungata, anche se ormai siamo allo stremo sotto il profilo della tenuta dei lavoratori – costretti ormai ad anni di stipendi ridotti ed incentivati solo ad andare via – e della stessa sopravvivenza del sito. Si parla di possibilità che la nuova Stelvio venga bloccata perché l’uscita della versione solamente elettrica potrebbe comprometterne i risultati sul mercato e quindi sarebbe opportuno approntare anche una versione ibrida da montare contemporaneamente sulla stessa piattaforma Stla Large. Ma potevano pensarci pure prima i francesi, visto che l’eventualità venne profilata dallo stesso responsabile Europa, Jean Philippe Imparato al tavolo del Mimit di fine dicembre 2024. Ma perdere tempo è un’arte raffinata e micidiale.

Soldi in uscita per le multe Usa e spada di Damocle per quella Ue

Secondo un rapporto governativo e della stessa casa automobilistica, Stellantis (casa madre di Chrysler) ha pagato 190,6 milioni di dollari di sanzioni, quest’anno, per non aver rispettato i requisiti statunitensi in materia di efficienza dei consumi di carburante. La National Highway Traffic Safety Administration (Nhtsa) ha registrato che Stellantis ha pagato 112,3 milioni di dollari, a giugno, e 78,3 milioni di dollari, a marzo, per gli anni 2019 e 2020. In totale, Stellantis ha pagato 773,5 milioni di dollari dal 2018. Il mese scorso, la Nhtsa ha comunicato alle case automobilistiche che non dovranno pagare multe per il mancato rispetto delle norme sul risparmio di carburante a partire dall’anno 2022, in base a una legge firmata dal presidente Donald Trump. Insomma i soldi escono in Nord America mentre in Europa il nodo resta legato alla potenziale multa da 2,5 miliardi di euro che Stellantis potrebbe dover pagare se non riuscirà a rispettare i limiti sulle emissioni fissati dall’Ue.

L’avvertimento di Jean Philippe Imparato ed il silenzio di Filosa

Si rimedia chiudendo fabbriche, partendo da quelle che assicurano uno scarso profitto, come quelle italiane. Aveva avvertito tutti Imparato – parlando per la verità dei nostri costi dell’energia – e l’attuale ceo Antonio Filosa non ha ancora manco pronunciato manco una parola in senso vagamente rassicurante. Ben fa a restarsene a Detroit, in fondo. Vota Antonio, vota Antonio!

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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