Ha dell’incredibile quanto accaduto a una giovane professionista della provincia di Frosinone, in attesa di sottoporsi a un intervento chirurgico maxillo-facciale considerato di routine.
Nei mesi scorsi la donna era stata informata dall’ospedale “Spaziani” di Frosinone che avrebbe potuto effettuare lì l’operazione, e che sarebbe stata contattata per la preospedalizzazione. Tutto sembrava procedere regolarmente: i controlli pre-intervento erano stati prenotati proprio presso lo Spaziani.
Il giorno prima della visita, però, la paziente è stata informata dall’ASL che, per la momentanea indisponibilità degli ambulatori a Frosinone, avrebbe dovuto recarsi all’ospedale “San Benedetto” di Alatri. Così ha fatto, sottoponendosi ai primi test, tra cui un elettrocardiogramma.
Dopo l’esame, l’avrebbero dovuta richiamare per la visita con l’anestesista. Ma nei giorni successivi le è arrivata una comunicazione inaspettata: l’elettrocardiogramma riportava una “anomalia” non meglio specificata. Le è stato quindi chiesto di tornare ad Alatri per ulteriori accertamenti.
Venerdì scorso la donna si è nuovamente presentata al San Benedetto, dove avrebbe dovuto eseguire un controllo per chiarire la presunta anomalia. Una volta arrivata, però, si è sentita dire che “c’era stato un errore” e che in realtà era tutto nella norma. Le è stato spiegato che sarebbe stata ricontattata nei giorni successivi per la visita con l’anestesista, assente in quella giornata.
L’anomalia cardiaca c’è o non c’è?
Dopo giorni di apprensione, la paziente ha tirato un sospiro di sollievo. Ma questa mattina, la nuova telefonata: tutt’altro che rassicurante. Le è stato comunicato che non si era trattato di un errore e che l’anomalia cardiaca sarebbe invece ancora ipotizzabile. Per questo, le è stato chiesto di effettuare un eco-cuore al più presto e, qui l’ennesima beffa, in forma privata.
Una richiesta che ha lasciato la donna nello sconcerto: come è possibile che un paziente venga rimbalzato da un ospedale all’altro, ricevendo indicazioni contraddittorie su un esame tanto delicato? E, soprattutto, come può una struttura pubblica ritenere valido — ai fini di un intervento chirurgico — un esame eseguito privatamente e al di fuori del proprio percorso sanitario?
A rendere il tutto ancora più paradossale, il fatto che — secondo quanto riferito dalla stessa paziente — dall’ospedale “Spaziani” di Frosinone, dove dovrebbe essere operata, non sarebbero stati informati di nulla.
Gli interrogativi restano dunque aperti: la paziente ha davvero un problema cardiaco? Può essere sottoposta all’intervento in sicurezza? Chi si assumerà la responsabilità di validare l’esame eseguito privatamente?
Un caso che, ancora una volta, evidenzia le contraddizioni e le inefficienze di una sanità che in molti casi funziona ed eccelle, ma che in altri — come questo — lascia i cittadini disorientati, preoccupati e privi di certezze.