Provinciali, la pesante stoccata di Ruspandini: critica la ‘Delrio’. Poi l’attacco alla Lega

Il parlamentare di Fratelli d'Italia ha definito la Legge una vera porcata. Duro l'affondo nei confronti del Carroccio

Sale il tono dello scontro tra FdI e Lega in vista della provinciali. Pesante la stoccata da parte dell’onorevole Massimo Ruspadini al Carroccio. L’occasione è stato un incontro a sostegno di Luigi Germani, nel corso del quale il parlamentare del partito della Meloni si è tolto qualche sassolino dalla scarpa.  

L’intervento

“Solo la porcheria della Legge Delrio – ha affermato – poteva costringerci a quello a cui stiamo assistendo! Noi siamo per la valorizzazione dell’Ente provincia, fulcro e difesa dei comuni, specie di quelli piccoli. Siamo per il suffragio universale che metta fine al mercato delle vacche e all’ignobile meccanismo del voto ponderato“.

Quindi una stoccata pesante alla Lega. Anche senza mai nominarla. “Ci hanno costretto – ha fatto notare – a rinunciare alla candidatura di Caligiore (forse perché ha vinto al primo turno a Ceccano, senza la grancassa di qualcuno che ha dovuto fare il ballottaggio in un comune dove si dice che abbiano fatto miracoli? Ci hanno costretto a rinunciare alla candidatura di Fiordalisio (forse perché ha vinto con l’ottanta per cento ed ha sulle spalle troppe battaglie ambientali? Ci hanno costretto a rinunciare alla candidatura di Peppe Sacco (forse perché ha messo insieme una decina di sindaci ed è amatissimo sul suo territorio?). Hanno detto e scritto che FdI era spaccata (forse perché è l’unico partito che marcia unito come una falange, mentre gli altri sono divisi in mille rivoli?.

Abbiamo risposto – ha continuato Ruspandini – come è nostro costume: uniti e compatti! (come dimostra la riunione di questa sera, a cui seguirà quella di martedì per i consiglieri del sud della provincia)”.

Infine il suo sostegno al primo cittadino di Arce. “Abbiamo virato verso un sindaco di grande esperienza – ha aggiunto – il decano dei nostri sindaci: Luigi Germani detto Gino, il sindaco di Arce. Gino è una persona perbene, un galantuomo che parla il linguaggio della gente comune e sa cosa significa amministrare un piccolo comune specie di questi tempi. Ci ha conquistati con il suo carisma e la sua empatia, con la sua semplicità e la sua umiltà, merce rara nella politica di oggi. Da democristiano – ha concluso Ruspandini – ha amministrato con esponenti del Msi quando i democristiani che oggi popolano i partiti del centrodestra ci combattevano più dei comunisti”.

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