Omicidio Willy Monteiro: “Quello dei Bianchi un comportamento da vigliacchi”

I legali di parte civile hanno ricostruito davanti alla Corte d'assise d'Appello l'attacco mortale contro lo chef di Paliano

“Un comportamento da vigliacchi”. Così Vincenzo Galassi, avvocato di parte civile che rappresenta il papà di Willy Monteiro Duarte, ha descritto l’intervento dei fratelli Bianchi la sera del pestaggio mortale, quella del 6 settembre 2020, a Colleferro. Ieri, in Corte d’Assise d’Appello, il legale ha ricostruito le modalità con cui Marco e Gabriele Bianchi si palesarono davanti al pub, teatro dell’omicidio. “I gemelli di Artena arrivarono sul posto, perché chiamati. Bisogna ricordare che Willy non aveva avuto alcun ruolo nel litigio, era intervenuto per risolvere pacificamente la controversia”. Ha evidenziato Galassi.

Di atti di violenza inaudita che hanno sconvolto profondamente la società civile, ha parlato Domenico Marzi, legale della madre di Willy. “In questa tragica vicenda emergono due realtà opposte: da una parte c’è un ventenne, uno studente lavoratore, che interviene per aiutare un amico in difficoltà e paga con la vita questo atto di altruismo. Dall’altra ci sono i protagonisti di una violenza inenarrabile, ragazzi conosciuti in diverse occasioni e contesti per essere dei provocatori, sempre alla ricerca di un pretesto per lo scontro”.

Facendo poi notare che i fratelli Bianchi sono “intervenuti nel litigio con una logica da spedizione punitiva, il loro arrivo sul posto è stato richiesto appositamente da un amico che li ha chiamati perché li conosceva bene e si aspettava un determinato tipo di condotta: i due ragazzi si sono diretti verso il soggetto più debole, un giovane esile, senza neppure accertarsi del suo coinvolgimento nel litigio”.

Nella scorsa udienza la Procura generale ha chiesto alla Corte d’Assise d’Appello di confermare la condanna all’ergastolo di Gabriele e Marco Bianchi. Sempre davanti alla Corte d’Assise d’Appello, il 28 marzo, i difensori dei Bianchi hanno deciso di fare ricorso ritenendo non valide le testimonianze a carico dei loro clienti in quanto molti dei testimoni quella sera sarebbero stati ubriachi, inoltre ritengono come l’autopsia non abbia fatto chiarezza su quale sia stato il colpo effettivamente mortale a Willy.

Ieri, inoltre, il difensore di Mario Pincarelli, l’avvocato Loredana Mazzenga, ha chiesto alla Corte d’assise d’appello di mostrare “coraggio, quel coraggio che non ha avuto la Corte d’assise di Frosinone che ha condannato Pincarelli. Va fatta giustizia”, ma – ha precisato la penalista – non può essere accolta la “richiesta di chi chiede una condanna indistinta per tutti gli imputati. Ci rendiamo conto che la sentenza è il risultato del forte impatto mediatico sui giudici di Frosinone. Il processo penale non può essere usato come strumento di moralizzazione, ruolo che non compete alla magistratura». La sentenza d’Appello è stata fissata al 23 giugno.
   

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