Un video che racconta la storia di tre magistrati uccisi dal terrorismo nel Lazio: Mario Amato, Vittorio Occorsio e Fedele Calvosa. Lo ha presentato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, in occasione del 42esimo anniversario dell’uccisione del giudice Mario Amato. Hanno partecipato il presidente dell’associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia e il procuratore della Repubblica di Tivoli, Francesco Menditto.
Il video racconta la storia dei tre magistrati attraverso le parole dei loro figli, ed è stato realizzato dalla Regione Lazio e dalla procura della Repubblica di Tivoli. All’evento ha partecipato anche il presidente di LAZIOcrea, Luigi Pomponio.
“Se noi continuiamo a essere un Paese libero e democratico è anche grazie a donne e uomini che sono morti per difendere la libertà, la democrazia e la Costituzione- ha detto Nicola Zingaretti – nei magistrati questo è avvenuto con un drammatico bilancio di sangue. Noi non possiamo dimenticare. In primo luogo perché sarebbe ignobile per i caduti e per le loro famiglie e poi perché capire la storia aiuta a non commettere gli errori del passato e a vigilare. Non ci sarà mai un momento nel quale la democrazia sarà conquistata per sempre. La difesa della democrazia è un conflitto quotidiano, spesso è costato del sangue e tanti impegni per il lavoro, per la crescita, per lo sviluppo e l’integrazione devono essere finalizzati alla difesa di una democrazia che include e dà speranza”.
Zingaretti ha poi annunciato che da settembre il documentario sarà trasmesso in tutte le scuole del Lazio.
Per il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, il video “è stato molto toccante. Momenti di riflessione, attraverso il racconto doloroso dei familiari. L’Anm ringrazia la Regione per questo momento e rivivere queste esperienze ci arricchisce e racconta ai giovani qual è il senso delle istituzioni.
La figura di Fedele Calvosa
Fedele Calvosa è stato procuratore Capo della Repubblica presso il tribunale di Frosinone dal 1972 al 1978, anno in cui venne ucciso. L’omicidio fu commesso a Patrica l’8 novembre di quell’anno e fu rivendicato dalle Formazioni Comuniste Combattenti, organizzazione terroristica di sinistra. L’agguato avvenne alle 8:30 del mattino mentre era diretto da Patrica verso Frosinone a bordo dell’auto di servizio. Nell’attentato morirono anche l’agente di scorta Giuseppe Pagliei di Giuliano di Roma e il suo autista Luciano Rossi, originario di Sgurgola, che nel tentativo di ripararsi finì in un fossato al bordo della strada dove venne ucciso dai terroristi con un colpo al volto. I terroristi, appartenenti alle Formazioni Comuniste Combattenti erano quattro: Paolo Ceriani Sebregondi, che guidava il gruppo, Nicola Valentino, Maria Rosaria Biondi e Roberto Capone. Quest’ultimo, ferito mortalmente per errore dai suoi stessi compagni, fu ritrovato vicino al luogo dell’agguato.