Vaccino anti Covid ‘introvabile’, soggetto fragile in attesa da un mese: “Ho paura”

La segnalazione ci arriva da una “persona fragile”, un residente di Arpino che già a fine novembre aveva fatto richiesta

Arpino – Ancora abbiamo ben stampato nella mente il ricordo delle restrizioni imposte dalla pandemia da Covid: coprifuoco, lockdown, isolamento, limitazioni alla libertà personale, obbligo di vaccinarsi e così via. Dopo due anni devastanti sotto tutti gli aspetti, ed in particolare quello economico e sociale, pensiamo al Covid come fosse uno spettro ormai lontano. Ci sono persone a cui il Covid fa ancora paura, tanta paura: tra queste i “soggetti fragili”, ossia quei pazienti affetti da malattie croniche complesse, con presenza di comorbidità, instabilità clinica, politerapia, spesso con ridotta autosufficienza, in alcuni casi si aggiungono disagi sociali e familiari che li rendono ancor più vulnerabili.

La segnalazione ci arriva da una “persona fragile”, un residente di Arpino che già a fine novembre ha fatto richiesta di essere vaccinato con la quinta dose dell’anti Covid. Da qui ha inizio la sua odissea: la farmacia a cui si rivolge gli risponde di aver già chiuso le liste, per cui dovrà attendere il “prossimo giro”. Tornato a sollecitare qualche giorno addietro, l’assistito è stato invitato a ripresentarsi dopo le festività per effettuare la prenotazione del richiamo. L’utente si è rivolto ad un’altra farmacia, fuori Arpino, ricevendo la medesima risposta: per prenotare “arrivederci a dopo le feste”. E se c’è difficoltà per la data della richiesta figuriamoci sui tempi del vaccino, nessuno riesce ad esprimersi, un siero che sembrerebbe “introvabile”. L’uomo è preoccupato per la sua salute, legittime le sue considerazioni: «Un vero paradosso: se penso a quando sono rimasto segregato in casa, senza avere contatti, potendo uscire ad orari prestabiliti, attenendomi comunque a precise limitazioni, ed ora? Potrebbe passare un altro mese per ricevere il vaccino che sto chiedendo da fine novembre. Prima c’era l’obbligo di vaccinarsi, adesso è difficile anche entrare in lista per vaccinarsi, sono tutte “chiuse”».

Perché si verifica ciò? Semplice: ad inizio stagione solamente una piccola percentuale di popolazione ha deciso di proteggersi dal Covid, preferendo l’antinfluenzale, quindi un elevato numero di medici di base e farmacie non hanno aderito alla campagna vaccinale anti Covid. A dicembre i casi di Covid sono nettamente aumentati, la gente ha visto parenti e vicini di casa ammalarsi, con febbre alta e sintomi vari per diversi giorni, per cui è scattata la paura. Il netto aumento della richiesta di sieri ha messo in difficoltà le forniture ed ecco che prendere un appuntamento è diventata un’impresa, i tempi sono parecchio lunghi. La problematica è comune ad altre regioni, al nord ci sono Aziende Sanitarie che stanno programmando degli open day, rivolti soprattutto ad over 60 e persone con patologie croniche, dove chi intenderà vaccinarsi potrà recarsi senza appuntamento. Un altro nodo che va chiarito, perché i medici di base vaccinano per l’influenza e non per il Covid? Aderire all’antinfluenzale è obbligatorio, non lo è per il Covid. Inoltre i dottori che lavorano da soli, che non esercitano in uno studio associato, hanno sicuramente difficoltà logistiche ed organizzative; tra l’altro devono raggrupparsi necessariamente 6 pazienti da vaccinare perché sono 6 le dosi contenute in una confezione.

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Sara Pacitto
Sara Pacitto
Sara Pacitto, giornalista pubblicista, da 8 anni collabora con diversi quotidiani digitali, tra le più prestigiose testate giornalistiche della provincia, corrispondente per la cronaca locale, politica, attualità, salute, approfondimenti. Ha curato le Pubbliche Relazioni per alcuni importanti eventi come anche è stata Responsabile della Comunicazione per conferenze e convegni ed in occasione di Campagne Elettorali.

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