Acqua Pubblica: confronto e divergenze tra movimenti e giunta Rocca, che vuole l’Ato unico entro l’anno

Diventeranno sub-ambiti i 5 provinciali in vista del varo della nuova normativa - contrastata dai comitati - sull'unica gestione regionale

Acqua Pubblica. Coordinamento in trincea contro la legge regionale per la creazione dell’Ato Unico che la giunta Rocca vuol varare entro il 2025 e contro la gestione provinciale del presidente Di Stefano che punta a favorire la fusione tra Ato 5 ed Ato 2 accomunati nel Lazio dal gestore Acea, sostenendo che comporterebbe un dimezzamento delle bollette dei ciociari. “La verità è che Pd e Destra portano avanti lo stesso progetto di privatizzazione dell’acqua”, attacca Domenico Aversa, tra i leader del Coordinamento Acqua Pubblica Frosinone a margine dell’incontro dei giorni scorsi tra l’assessora regionale ai Lavori Pubblici Manuela Rinaldi e il Coordinamento Regionale dei Comitato per l’acqua pubblica, in rappresentanza delle cinque province del Lazio. “Il confronto – ricorda Aversa – era stato richiesto da noi per discutere della proposta di legge sulla costituzione dell’Ato Unico Regionale, al posto dei cinque esistenti. Un progetto di legge, che allontana la regia decisionale della gestione dell’acqua dalla dimensione provinciale, depotenziando la voce dei territori e allontanando la capacità di risposta alle esigenze dei cittadini”.

Aversa: “Pd e destra vanno in direzione opposta al referendum del 2011”

L’assessora Rinaldi ha ribadito l’esigenza della centralizzazione per operare in economia di scala ed ha affermato che, almeno per ora, resterebbero in funzione i cinque Ato esistenti come sub ambiti. Il forte accentramento amministrativo e, soprattutto, l’affidamento “non potrà che avere una dimensione favorevole a un grande industriale privato o partecipato dai privati”. Secondo Aversa ed il coordinamento, si tratta, quindi, di “un’operazione che va in direzione opposta alla Legge 5/2014, approvata a seguito del Referendum del 2011, che prevede invece una gestione pubblica sulla base di bacini idrografici naturali, governati dai rispettivi territori attraverso consorzi di Comuni, al fine di promuovere una gestione quantitativa e qualitativa rispondente alle necessità della popolazione, con costi
compatibili con il diritto all’uso di un bene primario, l’eliminazione degli sprechi, dovuti alle reti colabrodo e il controllo e tutela delle fonti idriche”.

Il coordinamento Lazio: così si favoriscono solo le multinazionali

Nonostante le argomentazioni proposte dai movimenti per l’acqua pubblica l’amministrazione regionale intende andare avanti ed approvare la norma di riforma entro l’anno. Il Coordinamento regionale acqua pubblica Lazio ha, a questo punto, constatato che, “nonostante il fallimento della gestione privatistica dell’acqua degli ultimi trenta anni, sia la giunta di centro sinistra che l’attuale di centro destra continuano a perseguire la stessa strada della privatizzazione, promuovendo leggi sostenute da entrambi gli schieramenti politici e sempre a favore di multinazionali, che vantano tecnologie sofisticate, senza però ridurre le dispersioni, nonostante i cospicui investimenti a carico delle bollette di tutti i cittadini”.

Nessuna riflessione sugli extraprofitti che finiscono in dividendi

“Non desta alcuna riflessione la drammatica situazione in cui versa il servizio idrico rispetto agli extraprofitti ottenuti dalle stesse multinazionali, che a fine anno ripartiscono oltre l’80% dei dividendi tra i soci”, sottolineano dal coordinamento. Che tira le somme: “In attesa di ricevere il testo della Giunta Regionale, i Comitati continueranno a contrastare il sostanziale progetto di privatizzazione e di mercificazione dell’acqua, a denunciare il caro bollette, la quantità e la qualità inadeguate in molti territori, l’espropriazione del potere decisionale delle
popolazioni, la dispersione dell’acqua che nel Lazio supera il 40% e che si vuole compensare solo aumentando le captazioni senza alcuna salvaguardia per l’ambiente”.

Antonellis: “Scelta pro gestore senza neanche un’assemblea di sindaci

In provincia di Frosinone le perdite sono al 70% e le bollette idriche da primato nazionale. “In tempi non sospetti – commenta Mario Antonellis, portavoce del Coordinamento Acqua Pubblica Frosinone – quando la politica era attenta alle esigenze dell’opinione pubblica e dei diritti si sarebbero alzate le barricate semplicemente ai primi accenni di proposte indecenti. Ora di questi tempi capita che il peggior presidente dell’Ato5 Frosinone loda se stesso per aver indirizzato, autonomamente, per primo il percorso verso l’Ato Unico Regionale, e non essendo stato minimamente contrastato da una platea di Sindaci indegni, si avventura addirittura a riproporre, nelle more dell’approvazione della legge sull’Ato unico regionale, la fusione tra Ato5 Frosinone e Ato2 Roma favorendo se ancora ce ne fosse bisogno l’affermazione del predominio Acea. E ancora una volta invece di promuovere una assemblea dei Sindaci urgente sull’argomento, stanno semplicemente a guardare”.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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